Durante i devastanti temporali in Emilia-Romagna nel mese di maggio, i dati satellitari hanno ricoperto un ruolo chiave nel monitoraggio della situazione meteorologica, per essere preparati a eventuali nuove precipitazioni. Alla base dell’elaborazione di questi dati c’è l’expertise austriaca: gli algoritmi ad alta precisione con cui sono stati elaborati, infatti, sono stati sviluppati in Austria nel corso di anni di studi. Ad occuparsi della rilevazione delle inondazioni nei dati e quindi a segnare le aree colpite sulle mappe è il Global Flood Monitoring (GFM), uno strumento che si basa su tre diversi algoritmi indipendenti sviluppato sotto la direzione dell’Earth Observation Data Center (EODC) di Vienna.
Dopo aver elaborato i dati dei satelliti, il Servizio di gestione delle emergenze Copernicus (CEMS), voluto dall’Unione Europea, è stato in grado di creare una mappa delle aree colpite. “Gli algoritmi sono stati progettati per sfruttare al meglio le proprietà dei satelliti Sentinel-1, in particolare la loro elevata risoluzione spaziale e temporale“, spiega Christian Briese, direttore generale dell’EODC. “Un pixel viene contrassegnato nei dati come inondato se almeno due algoritmi lo classificano allo stesso modo“.
Come il sistema GFM ha supportato la gestione dell’emergenza in Romagna
Oltre alle informazioni sull’estensione delle inondazioni, delle aree e della popolazione colpite, il GFM ha fornito anche metadati provenienti dai satelliti che svolgono un ruolo importante nell’elaborazione dei dati e contribuiscono a una maggiore affidabilità degli algoritmi. In questo modo le mappe possono essere prodotte in meno di otto ore dall’acquisizione dei dati satellitari.
Per massimizzare l’efficienza e prevedere tempestivamente le catastrofi naturali, il sistema GFM è sempre attivo e disponibile tutto l’anno, giorno e notte, in particolare per le autorità idriche nazionali e regionali, per la protezione civile, per le compagnie di assicurazione e anche per il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze dell’Unione Europea (ERCC), che sono i principali utenti del GFM.
Il Progetto “ACube4Floods“
Lo sviluppo di alcuni degli algoritmi inclusi nel GFM è stato significativamente avanzato nel progetto “ACube4Floods“, progetto austriaco che ha sviluppato un metodo globale per il monitoraggio delle alluvioni attraverso la combinazione di diverse informazioni legate ai satelliti. L’accuratezza di questo processo era molto più alta in esempi più vicini e comparabili, piuttosto che al CEMS, che utilizza il GFM per registrare gli eventi alluvionali in tutto il mondo entro poche ore.
“Per questo motivo abbiamo effettuato un’analisi di precisione dei risultati sulla base di eventi alluvionali noti in Austria. Con nostra sorpresa, siamo riusciti a identificare persino eventi che in precedenza erano noti solo ai media locali“, commenta Bernhard Bauer-Marschallinger, scienziato della TU Wien. Il progetto “ACube4Floods” è stato sostenuto dalla FFG, l’Agenzia austriaca di promozione della Ricerca, nell’ambito di un invito a presentare proposte dal programma spaziale austriaco.