Più di 2.000 persone hanno sofferto di colpo di calore durante lo svolgimento del grande pellegrinaggio musulmano alla Mecca, nell’Arabia Saudita occidentale, con temperature che a volte hanno raggiunto i 48 gradi. Lo riferiscono le autorità saudite. L’hajj, le cui date sono stabilite in base al calendario lunare, ha riunito questa settimana più di 1,8 milioni di fedeli nel regno del Golfo, una delle regioni più calde del mondo.
Le autorità saudite non hanno reso noto il numero di morti che si sono verificati durante il pellegrinaggio, ma le cifre pubblicate da vari Paesi indicano un bilancio di almeno 230 vittime, senza specificarne le cause. I riti religiosi, che si svolgono prevalentemente all’aperto per diversi giorni, sono stati particolarmente duri in questo inizio d’estate, soprattutto per i pellegrini di età superiore ai 65 anni, autorizzati a partecipare per la prima volta dopo la pandemia del Covid-19.
Alla Mecca oggi, dopo diversi giorni di preghiere sotto un sole cocente, “il numero di casi di colpo da calore dall’inizio della giornata ha raggiunto 1.721”, ha detto il ministero della Salute, esortando i pellegrini a stare al riparo dal sole e a bere molta acqua. Secondo il console generale indonesiano nella città saudita di Gedda, Eko Hartono, 209 indonesiani sono morti durante il pellegrinaggio, la maggior parte per malattie cardiache e problemi respiratori.