“Fondamentale è comprendere e definire l’esatto dosaggio per l’assunzione dell’aspartame, ovvero la quantità che non induce a rischi“. Lo sottolinea all’ANSA il Presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), Saverio Cinieri, in merito al pronunciamento dell’Oms sulla possibile cancerogenicità dell’aspartame atteso per il 14 luglio. “Bisogna innanzitutto vedere se Oms e Fao decideranno alla fine di inserire tale dolcificante tra le sostanze ‘possibili cancerogene’ e, se ciò avverrà, sarà allora determinante comprendere quale sia il dosaggio sicuro”.
Infatti, sottolinea Cinieri, “già in passato si è parlato del rischio legato ad alcuni dolcificanti, ma va considerato che in alcuni casi il rischio per la salute è legato alla quantità che ne viene consumata e alcune molecole risultano pericolose solo se utilizzate in quantità molto elevate, molto poco probabili da assumere da parte un individuo”. “Come consiglio generale – afferma il Presidente Aiom – sarebbe comunque bene ridurre il consumo di prodotti industriali o dolcificanti, ma al tempo stesso andrebbe ridotto anche il consumo dello stesso zucchero e delle bevande zuccherate poiché anche lo zucchero, in quantità eccessive, ha una potenziale tossicità per l’organismo”.
Minelli: “su aspartame-cancro no allarmi ma ridurre dolcificanti”
Su aspartame e rischi cancro “nessun allarmismo” perché “i dolcificanti in generale, e non solo l’aspartame, vanno ridotti per altri motivi. Come la possibile assuefazione al gusto dolce che potrebbe derivare dal consumo, responsabile poi della ricerca spasmodica dei veri alimenti dolci, inducendo così l’aumento di peso e quindi l’aumento del rischio di sviluppare patologie oncologiche. Il suggerimento è quello di utilizzare, ad esempio, direttamente la frutta per addolcire i dolci in modo naturale, evitando eccessi di zuccheri che fanno male ad adulti e bambini, o di preparare bevande naturali o estratti o centrifugati o spremute senza l’aggiunta di zuccheri di sintesi, perché saranno anche fonti di tante vitamine, minerali, fibre”. Così all’Adnkronos Salute l’immunologo Mauro Minelli, docente di Dietetica e Nutrizione umana all’Università Lum di Bari, interviene sulla possibilità che l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) dell’Organizzazione mondiale della sanità rivaluti il legame cancro-aspartame.
“L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro è un organismo intergovernativo dell’Oms – ricorda Minelli – che tra i vari compiti realizza revisioni sistematiche ed esaustive di tutta la letteratura scientifica, pubblicata su riviste sottoposte a peer-review attinenti alla valutazione della cancerogenicità di un determinato agente. La Iarc conserva una serie di monografie di svariati fattori ambientali come sostanze chimiche, miscele complesse, esposizioni occupazionale, agenti fisici e biologici e fattori dipendenti dallo stile di vita, che possono alzare il rischio di cancro negli uomini. Se l’agenzia identificherà l’aspartame come ‘possibile cancerogeno’, probabilmente – ragiona l’esperto – lo inserirà nel sottogruppo dei cancerogeni 2B: significa che questa sostanza avrà limitate evidenze di cancerogenità per l’uomo in assenza di sufficiente evidenza per gli animali, o sufficiente evidenza per gli animali e inadeguata evidenza o mancanza di dati per l’uomo”. “Quindi, se per una sostanza sono scarse le evidenze di cancerogenicità, prima di affermare che sia davvero cancerogeno sarà importante valutare il rischio di esposizione alla stessa – suggerisce Minelli – per dichiarare se è opportuno o meno controllare il suo consumo. Cioè, sarà il caso di valutare un indice statistico che dipende dal consumo e dalla porzione di assunzione, per sapere quante volte l’uomo può venire a contatto con l’aspartame prima che questo ultimo risulti un pericolo reale”.