Da qualche settimana è stato realizzato un parco fotovoltaico sul tetto di Illumia. E-Wide, la società di servizi energetici del Gruppo Tremagi, ha terminato l’installazione di un impianto per l’autoproduzione di energia elettrica, collocato appunto sopra al tetto del quartier generale di Illumia. Il parco ricopre una superficie di oltre 550 metri quadrati, ha una potenza pari a 100 kilowatt picco (Kwp) e una produzione annua di oltre 113 megawatt-ora (Mwh). Il progetto permetterà un abbattimento delle emissioni di anidride carbonica complessivo di circa 100 tonnellate all’anno.
E-Wide è la società “Esco” costituita all’inizio del 2021 come risposta del Gruppo Tremagi, holding di Illumia, ed è impegnata attivamente nel migliorare l’efficientamento energetico e dell’integrazione con le fonti rinnovabili. Per Illumia saranno molteplici i vantaggi futuri derivanti da questo progetto: contenimento della spesa energetica, riduzione del rischio tecnologico che rimane a carico della “Esco”, sostenibilità finanziaria, gestione del rischio prezzo.
L’immenso parco fotovoltaico sul tetto di Illumia a Bologna
“L’integrazione fra efficienza energetica e fonti rinnovabili è la nostra missione – ha dichiarato Matteo Carassiti, Ceo di E-Wide –. Le sfide, infatti, che vengono dal mondo dell’energia sono sempre più complesse e a tutti è chiesto di ripensare i comportamenti di consumo e innovare le modalità di produzione dell’energia. Un chiaro esempio di questo cambiamento è rappresentato dalle Comunità energetiche rinnovabili (Cer). E-Wide, grazie anche all’impulso dato dalla Regione Emilia-Romagna con il suo recente bando, seguirà la realizzazione di diverse Cer sul nostro territorio”.
Dell’energia prodotta, pari a 113.119 kilowatt-ora, solo 74.624 saranno destinati all’autoconsumo. Il resto sarà destinata alla cessione in rete. Bernardi ha dichiarato alla presentazione dell’installazione: “Questo impianto sul tetto del nostro head quarterie è un piccolo passo rispetto agli obiettivi ambiziosi che ci siamo dati, ma ha un grande valore simbolico, perché è come la prima pietra di una grande costruzione. Attualmente il nostro mercato captive è composto da più di 500mila clienti, che pensiamo di raddoppiare nel prossimo futuro. È una delle lezioni dello shock energetico del 2022: gli operatori come noi hanno iniziato a pensare ad alternative per approvvigionarsi sul mercato. Per noi è una svolta strategica: la crisi ha suggerito una maggiore autosufficienza in termini di produzione interna e una minore dipendenza dal mercato”.