James Cameron, regista del celebre film Titanic, ha effettuato più di 30 immersioni nel relitto, e ha dichiarato di aver capito subito che un “evento catastrofico estremo” era accaduto al sommergibile Titan, appena appresa la notizia della sua scomparsa. “Per me non c’erano dubbi. Sapevo che il sottomarino si trovava esattamente sotto la sua ultima profondità e posizione conosciuta, ed è proprio lì che l’hanno trovato. Non c’è stata alcuna ricerca. Quando finalmente hanno portato laggiù un drone sottomarino in grado di raggiungere la profondità, l’hanno trovato nel giro di poche ore. Probabilmente in pochi minuti“, ha detto Cameron in un’intervista alla BBC. “Se l’elettronica del sottomarino si è guastata, il suo sistema di comunicazione si è guastato e il suo transponder di localizzazione si è guastato contemporaneamente, il sottomarino è andato“, ha aggiunto.
Cameron è un grande appassionato di spedizioni subacquee ed è stato il primo uomo a raggiungere in solitaria la Fossa delle Marianne nel 2012 a bordo del sommergibile Deepsea Challenger, da lui stesso disegnato. “Non lo facemmo certificare a ragion veduta perché si trattava di un esperimento e di una missione scientifica. Ma non avrei mai disegnato un veicolo per portare passeggeri paganti senza averlo fatto certificare”, ha detto Cameron, che è comproprietario di Triton Submarines, azienda che produce sommergibili per la ricerca.
Il regista è stato tra i primi a venire a conoscenza del fatto che OceanGate Inc stava costruendo un sommergibile per acque profonde con una fibra di carbonio composita e lo scafo in titanio. “Ho subito pensato che fosse un’idea orribile. Vorrei aver parlato, ma pensavo che qualcuno fosse più intelligente di me. Io, quella tecnologia, non l’ho mai sperimentata ma “suonava male”. Ocean Gate non avrebbe dovuto fare quello che stava facendo. Penso che sia abbastanza chiaro. Vorrei essere stato più esplicito al riguardo, ma ero ignaro del fatto che non ci fossero le certificazioni. Stockton Rush mi aveva chiesto se volevo uscire con loro e immergermi in questa stagione. Ma non ero interessato. C’era molta preoccupazione per questo equipaggio e per questo sottomarino”, ha detto Cameron a Reuters.
Il sommergibile, progettato dalla compagnia OceanGate, era stato infatti oggetto di molteplici dubbi sollevati già in fase di sviluppo da parte degli esperti del settore e di un dipendente della compagnia (poi licenziato). A preoccuparli, era proprio la resistenza dello scafo sperimentale in fibra di carbonio, che non era stato certificato da organismi indipendenti.
“Celebriamo l’innovazione, giusto? Ma non si dovrebbe usare un veicolo sperimentale per i passeggeri paganti che non siano essi stessi ingegneri degli oceani profondi”, ha detto ancora Cameron, spiegando che lo standard del settore è quello di realizzare scafi a pressione con materiali contigui come acciaio, titanio, ceramica o acrilico, migliori per condurre test. “Non ho mai creduto in quella tecnologia di fibra al carbonio avvolta, di filamento avvolto, di scafo cilindrico”. Ai microfoni della BBC, Cameron ha accusato l’ad della OceanGate, Stockton Rush, che era ai comandi del Titan, di aver “usato scorciatoie” ed evitato di farsi certificare “perché sapeva che non sarebbe passato”.
Le analogie con il naufragio del Titanic
Cameron sottolinea come sia il naufragio del Titanic che quello del Titan siano stati “preceduti da avvertimenti inascoltati”. “Mi colpisce la somiglianza con il disastro del Titanic, dove il capitano fu ripetutamente avvertito della presenza di ghiaccio davanti alla sua nave, eppure si lanciò a tutta velocità in una distesa di ghiaccio in una notte senza luna, causando la morte di molte persone”. “Eccoci di nuovo. E nello stesso posto. Ora c’è un relitto che giace accanto all’altro per la stessa maledetta ragione. Che una tragedia simile, in cui gli avvertimenti sono rimasti inascoltati, si sia verificata nello stesso identico luogo, con tutte le immersioni in corso in tutto il mondo, è semplicemente stupefacente”, conclude Cameron.