E’ morto Gino Mader, il corridore elvetico uscito di strada ieri durante la quinta tappa del Giro di Svizzera e precipitato in un burrone a velocità altissima. A darne notizia la sua squadra, il Team Bahrein. Mader, 26 anni, era stato rianimato subito dopo il terribile incidente e ricoverato in gravissime condizioni. “Gino ha perso la battaglia per riprendersi dalle gravi ferite subite. Tutta la nostra squadra è devastata da questo tragico incidente, e i nostri pensieri e le nostre preghiere sono con la famiglia di Gino e le persone care in questo momento incredibilmente difficile“. Lo scrive la Bahrain, la squadra di cui faceva parte Gino Mader, in un lungo saluto sulla propria pagina web.
“Nonostante gli sforzi dell’eccezionale personale medico dell’ospedale di Coira, Gino non è riuscito a superare questa sua ultima e più grande sfida. Alle 11:30 abbiamo salutato una delle luci brillanti della nostra squadra. Gino è stato un atleta straordinario, un esempio di determinazione, un membro stimato della nostra squadra e di tutta la comunità ciclistica. Il suo talento, la sua dedizione e la sua passione per questo sport ci hanno ispirato tutti“, si legge ancora.
La morte del ciclista svizzero Gino Mäder
“Siamo devastati dalla perdita del nostro eccezionale ciclista, Gino Mäder. Il suo talento, la sua dedizione e il suo entusiasmo sono stati d’ispirazione per tutti noi. Non solo era un ciclista di grande talento, ma una grande persona in bicicletta. Estendiamo le nostre più sentite condoglianze alla sua famiglia e ai suoi cari, e i nostri pensieri sono con loro in questo momento difficile. Bahrain Victorious gareggerà in suo onore, mantenendo la sua memoria su ogni strada in cui gareggeremo. Siamo determinati a mostrare lo spirito e la passione di Gino e rimarrà sempre parte integrante del nostro team“, scrive l’amministratore delegato Milan Erzen. “Gino, grazie per la luce, la gioia, e le risate che ci hai portato tutti, ci mancherai come cavaliere e come persona“, conclude il team.
Quella del corridore svizzero Gino Mader è solo l’ultima delle tragedie che hanno colpito il mondo del ciclismo. Da Fabio Casartelli a Wouter Weylandt, da Michele Scarponi a Davide Rebellin, fino a Serse Coppi e Andrei Kivilev, è lunga la lista dei corridori che hanno perso la vita in sella alla propria bicicletta.
La lista dei corridori che hanno perso la vita in sella
Nel 1935: lo spagnolo Armando Cepeda muore cadendo in un burrone durante il Tour de France. Nel 1951: Serse Coppi, fratello di Fausto, è vittima di un incidente mortale in occasione del Giro del Piemonte a causa di una caduta nell’ultimo chilometro. Nel 1967: l’inglese Tony Simpson muore al Tour de France per arresto cardiaco sul Mont Ventoux. Nel 1984: Joachim Agostinho, icona del ciclismo portoghese, muore una decina di giorni dopo una caduta rimediata al Tour d’Algarve per aver colpito un cane. Nel 1987: Vicente Mata viene investito da un’auto a Benidorm in occasione del Trophée Luis-Puig.
Sei giorni dopo Michel Goffin muore per una caduta in una discesa del Tour di Haut Var. Nel 1995: Fabio Casartelli, campione olimpico di Barcellona e compagno di squadra di Armstrong alla Motorola, muore durante la 15/a tappa del Tour de France sulla discesa del Portet-d’Aspet. Nel 1999: lo spagnolo Manuel Sanroma perde la vita per una caduta durante il Giro di Catalogna. Nel 2003: il ciclista della Cofidis Andrei Kivilev cade nel finale della seconda tappa della Parigi-Nizza riportando una frattura dell’osso frontale con danni cerebrali. Muore la mattina dopo. Nel 2005: l’italiano Alessio Galletti viene colpito da un arresto cardiaco fatale in Spagna durante la Subita al Naranco. Nel 2006: lo spagnolo Isaac Galvez colpisce una balaustra durante la sei giorni di Gand dopo un contatto con il belga Dimitri De Fauw. Muore durante il trasferimento in una clinica. Nel 2010: Thomas Casarotto finisce contro un’automobile durante il Giro del Friuli.
La lista continua anche in anni più recenti
Muore qualche giorno dopo in ospedale. 2011: il belga Wouter Weylandt (Leopard-Trek) muore al Giro d’Italia nella terza frazione sbattendo contro un muro dopo una caduta nella discesa di Passo del Blocco, a circa 25 km dall’arrivo. Nel 2016: Antoine Demoitié, ciclista belga del team Wanty-Groupe Robert, viene colpito da una moto durante la classica Gent-Wevelgem e muore nella notte. Sempre nel 2016: Daan Myngheer, giovane corridore belga, muore in ospedale ad Ajaccio dove era stato ricoverato qualche giorno prima per un infarto che l’aveva colpito durante la prima tappa del Criterium International.
Nel 2017: Michele Scarponi muore in un incidente stradale dopo esser stato investito a un incrocio da un furgone mentre si stava allenando sulle strade di casa. Nel 2022: Davide Rebellin muore in un incidente stradale dopo essere stato investito da un camion mentre era in sella alla sua bicicletta oggi lungo la strada Regionale 11, a Montebello Vicentino, in provincia di Vicenza. E infine nel 2023: Gino Mader, elvetico di 26 anni, precipita in un burrone nel corso della quinta tappa del Giro di Svizzera facendo un volo di 30 metri. Privo di sensi, entra in coma e viene portato in elicottero all’ospedale di Coira, dove muore il giorno dopo