In un articolo pubblicato di recente su “La Verità” si riporta la notizia che il CEO di Facebook Zuckerberg ha ammesso che “sul Covid una buona parte dell’establishment in un certo senso si sia confusa e abbia chiesto di censurare moltissime notizie che, ex post, si sono rivelate quantomeno discutibili se non addirittura vere”. Soluzioni? Nessuna, “è complicato”. “L’occasione […] è emersa durante la lunga intervista che Lex Fridman, ricercatore russo-americano, esperto di intelligenza artificiale al Massachusets institute Technology (MIT) ha organizzato con il fondatore e presidente di Facebook, concedendosi anche quelle domande scomode cui ormai i media tradizionali hanno rinunciato”.
Su “La Verità” si legge ancora: “Cosa si può considerare disinformazione e cosa no? ha chiesto Fridman. A domanda secca, risposta secca: ‘Ci sono alcuni argomenti’, ha replicato Zuchemberg, ‘che sono considerati unanimemente pericolosi dalla comunità, ad esempio la pedofilia, il terrorismo, o la violenza. Poi ci sono altri temi su cui la società dibatte. Ad esempio, il Covid: a inizio pandemia c’erano reali implicazioni per la salute, ma non c’è stato il tempo di esaminare completamente la vastità delle ipotesi scientifiche che sono emerse. Sfortunatamente, penso che una buona parte dell’establishment in un certo senso si sia confuso su numerosi elementi fattuali e abbia chiesto di censurare moltissime notizie che, ex post, si sono rivelate quantomeno discutibili, se non addirittura vere”.
La censura di Facebook
Come continua Maddalena Loy nel suo articolo su “La Verità“: “Una censura che ha colpito indistintamente privati cittadini ma anche personalità come Donald Trump, e perfino autorevoli scienziati come Martin Kulldorf, Tom Jefferson e Carl Heneghan. Ne sa qualcosa l’epidemiologo Jay Bathtacharya, professore a Stanford e primo firmatario della Great Barringhton declaration (Gbd) che nel 2020 che aveva dimostrato che nelle decisioni draconiane suggerite dagli USA a tutto il mondo per contrastare il Covid non erano l’ “unica soluzione”.
Come è scritto ancora su “La Verità“: “La pagina della Gbd è stata chiusa da Facebook il giorno dopo della sua apertura, il 4 febbraio 2021, per violazione degli standard della community”. Poi è stata ripristinata, ma ormai il danno d’immagine era fatto. “Sono contento di vedere finalmente un po’ di umiltà” ha commentato Batthacharya. ” Zucherberg è stato esecutore della propaganda di governo durante la pandemia. Il suo è stato un regime di censura, in cui le falsità erano consentite e la verità censurata”.
Le giustificazioni di Zucherberg
Si legge inoltre su “La Verità“: “Il bavaglio continua, ma l’algoritmo Zucherberg continua a non saperlo gestire continua a non saperlo gestire”. “Come distinguete i fatti dalle opinioni?” gli chiede Fridman. “E’ complicato” risponde vago il CEO di Facebook. Anziché verificare se un’informazione è corretta o no, “noi siamo pratici: ci limitiamo a domandarci se quell’informazione causa danni alle persone o no”. La puntuale replica di Fridman sull’eventuale pericolosità dei vaccini è liquidata da Zucherberg con un laconico “E’ difficile”. “Abbiamo introdotto la possibilità di scegliere se avvalersi del fast checking o no” ha annunciato Zuch. “Ma se il contenuto viola le nostre policies non è consentito pubblicarlo”. Non ci si aspettava una risposta diversa, da chi ha costruito sul sistema binario sì/no la sua fortuna”.