Extinction Clock, tutte le profezie catastrofiste che non si sono mai avverate: il cambiamento climatico ci avrebbe già dovuto “spazzare via”

Miriadi di profezie catastrofiste prevedevano che l'umanità sarebbe stata "spazzata via dalla faccia della Terra" già 20, 30 o addirittura 40 anni fa. "Rimarremo senz'acqua", "dilagheranno caldo e siccità" e il clamoroso caso del Polo Nord: ecco perchè la narrazione sul clima non ha alcuna credibilità
MeteoWeb

Si chiama “Extinction Clock” ed è il sito internet che raccoglie tutte le profezie dei catastrofisti del cambiamento climatico che sono poi state smentite dalla storia. Le prime, e più clamorose, che sono documentate risalgono ad oltre 50 anni fa. Ma molte altre sono più recenti. E poi c’è tutto lo scenario futuro: le miriadi di catastrofi che ci dovremmo aspettare entro uno, due, cinque, dieci, venti e cento anni secondo fonti autorevoli della scienza, della politica e del giornalismo. E che, ne siamo certi visti i precedenti, verranno smentite alla scadenza.

La pagina web è esilarante: se non ci fosse da piangere, ci sarebbe da ridere. Ma visto il dibattito che dilaga in questo periodo in Italia sui cambiamenti climatici, è molto utile ripercorrere quali sono state le previsioni degli ultimi cinquanta anni in merito al clima e appurare come siano state tutte smentite dai fatti. Nel sito di “Extinction Clock” c’è un vero e proprio orologio dell’estinzione con la data della profezia catastrofista, la scadenza profetizzata e l’epilogo della profezia stessa. In tutti i casi analizzati, la previsione è stata smentita dai fatti. Il lavoro, consultabile sul sito https://extinctionclock.org/, è particolarmente accurato e cita le fonti – linkate – delle previsioni poi smentite dalla storia.

Ad esempio il 6 ottobre 1970 il prof. emerito dell’Università di Stanford, Paul Ehrlich, prevedeva che “l’America sarà soggetta al razionamento dell’acqua entro il 1974 e del cibo entro il 1980“. Lo stesso scienziato sempre nel 1970 profetizzava che “La popolazione supererà inevitabilmente e completamente qualsiasi piccolo aumento delle scorte di cibo che facciamo. Il tasso di mortalità aumenterà fino a quando almeno 100-200 milioni di persone all’anno moriranno di fame durante i prossimi dieci anni“. Sempre nel 1970, evidentemente anno di grandi profezie catastrofiste, il senatore Gaylord Nelson scriveva sulla rivista Look: “Il dottor S. Dillon Ripley, segretario dello Smithsonian Institute, crede che tra 25 anni, tra il 75 e l’80% di tutte le specie di animali viventi si estinguerà“. Ancora nel 1970 il prof. George Wald dell’Università di Garvard diceva, in occasione della prima Giornata della Terra, che “La civiltà finirà entro 15 o 30 anni a meno che non venga intrapresa un’azione immediata contro i problemi che affliggono l’umanità“. Di anni ne sono passati 53 e la nostra civiltà è fortunatamente più fiorente che mai.

Il 18 maggio 1972 sul The Tuscaloosa News di Washington, un articolo spiegava che: “Lo specialista dell’Artico Bernt Balchen afferma che una tendenza generale al riscaldamento sul Polo Nord sta sciogliendo la calotta polare e potrebbe produrre un Oceano Artico libero dai ghiacci entro l’anno 2000“. Negli anni successivi sono state realizzate numerose altre profezie catastrofiste sull’Artico libero dai ghiacci “entro il 2005“, poi “entro il 2010” e così via fino ai giorni nostri. Quando i ghiacci ci sono ancora, tanto che proprio ieri su MeteoWeb abbiamo pubblicato la notizia di un nuovo studio che prevede che l’Artico sarà privo di ghiaccio marino entro il 2030 (che ci scommettiamo che anche questa profezia catastrofista verrà smentita?).

Pochi anni dopo, il 24 giugno 1974, la prestigiosa rivista Time allarmava il mondo su un’imminente era glaciale: “l’atmosfera è diventata gradualmente più fredda negli ultimi tre decenni. La tendenza non mostra alcuna indicazione di inversione. […] dati meteorologici satellitari per l’emisfero settentrionale, hanno scoperto che l’area del ghiaccio e la copertura nevosa è improvvisamente aumentata del 12% nel 1971 e da allora l’aumento è continuato. […] Gli scienziati hanno trovato altre indicazioni del raffreddamento globale. […] Anche l’uomo potrebbe essere in qualche modo responsabile della tendenza al raffreddamento. […] Ma c’è un pericolo più immediato della prospettiva di un’altra era glaciale […] Anche se i modelli di temperatura e precipitazioni cambieranno solo leggermente nel prossimo futuro in uno o più dei tre principali paesi esportatori di grano -gli Stati Uniti, il Canada e l’Australia -i negozi alimentari globali sarebbero drasticamente ridotti […] Avverte [Kenneth] Hare: ‘Non credo che il mondo’ La popolazione attuale è sostenibile se ci sono più di tre anni consecutivi come il 1972“.

Il 26 settembre 1988 sul Canberra Times si leggeva che “la fine delle Maldive e della sua gente potrebbe arrivare prima se le scorte di acqua potabile si esaurissero entro il 1992, come previsto“. Clamorosa la previsione del 30 giugno 1989, quando l’ONU prevedeva “un disastro se il riscaldamento globale non verrà controllato entro il 2000“. Sono passati 23 anni da quando doveva esserci il disastro, e oggi dipingono gli stessi scenari funesti per il 2050. Ci rendiamo conto di quanto ci prendono in giro? Su Extinction Clock viene citata l’Associated Press che esattamente 34 anni fa scriveva: “Un alto funzionario ambientale delle Nazioni Unite afferma che intere nazioni potrebbero essere spazzate via dalla faccia della Terra dall’innalzamento del livello del mare se la tendenza al riscaldamento globale non viene invertita entro il 2000“. Fortunatamente siamo nel 2023 e non c’è una sola nazione, una sola città, che è stata “spazzata via dalla faccia dalla Terra“. Ci sono però tanti idioti che continuano a bersi qualsiasi catastrofismo sul futuro nonostante i precedenti così clamorosamente smentiti.

Il 20 marzo 2000 sul The Independent si poteva leggere che “L’inverno della Gran Bretagna termina domani con ulteriori indicazioni di un notevole cambiamento ambientale: la neve sta iniziando a scomparire dalle nostre vite. […] Secondo il dottor David Viner, ricercatore senior presso l’unità di ricerca climatica ( CRU) dell’Università dell’East Anglia, entro pochi anni le nevicate invernali diventeranno “un evento molto raro ed emozionante”. “I bambini non sapranno proprio cosa sia la neve”, ha detto“. E invece dopo 23 anni i bambini britannici conoscono la neve molto meglio dei loro genitori e nonni, alla luce delle nevicate senza precedenti che ci sono state negli ultimi inverni. Le profezie catastrofiste si sono fatte via via sempre più numerose con il passare degli anni. La prossima in scadenza al 21 giugno 2023 è quella di Greta Thunberg, che il 21 giugno 2018 scriveva su Twitter: “Un importante scienziato del clima avverte che il cambiamento climatico spazzerà via tutta l’umanità a meno che non smettiamo di usare combustibili fossili nei prossimi cinque anni“. Non abbiamo smesso di usarli né li abbiamo ridotti, quindi prepariamoci ad essere tutti “spazzati via” proprio nel giorno del solstizio d’estate tra esattamente due settimane.

Siete quindi pronti alla fine del mondo? Noi abbiamo già i brividi. Anche perchè l’unica cosa certa è che in questa società di ignoranza e analfabetismo scientifico, di scienza ideologizzata considerata come religione, ad essere spazzate via non saranno purtroppo mai le deliranti teorie allarmiste e catastrofiste volte a terrorizzare la gente per giustificare scelte utili soltanto all’interesse di pochi.

Condividi