Meteo estremo: causati 24,5 miliardi di danni per siccità e alluvioni

L'impatto sulle casse dello Stato per i danni causati negli ultimi due anni da siccità, meteo estremo e alluvioni è di 24,5 miliardi
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L’impatto sulle casse dello Stato per i danni causati negli ultimi due anni da siccità, meteo estremo e alluvioni è di 24,5 miliardi. Questo uno dei dati emersi dalla convention ‘Il governo sostenibile dell’acqua nel tempo dei cambiamenti climatici’ è promossa e organizzata dal Consiglio nazionale dei geologi e dalla Fondazione centro studi del Cng, insieme alla fondazione Ewa (Earth and water agenda). Mauro Grassi, economista e direttore Fondazione Earth Water Agenda, nel suo intervento fa il punto sulla situazione. “In Italia piove, ma mancano le infrastrutture, dobbiamo adeguarle e potenziarle”, spiega, “il tema è quello della governance, se non c’è si rischia di sprecare i fondi e non finire i cantieri quindi la governance va rafforzata perché occorre un salto di sistema”.

“Le risorse destinate al dissesto idrogeologico sono sui 300-350 milioni l’anno dallo stato, altrettanti arrivano dalle Regioni, ma solo negli ultimi due anni i danni economici per la poca acqua e per la troppa acqua hanno registrato una impennata storica che indica un trend preoccupante. Infatti a lunga siccità 2022-23 ha provocato 6 miliardi di danni per l’agricoltura e 5 miliardi per perdita di produzione idroelettrica”, calcola il direttore della Fondazione Earth Water Agenda. “Si tratta di oltre 11,5 miliardi di danni complessivi, infatti per la sola alluvione in Romagna si sono registrati 8,8 miliardi di danni come prima stima provvisoria”. Complessivamente dunque “lo Stato ha fatto e dovrà fare fronte agli eventi spendendo circa 24,5 miliardi per danni pubblici e privati con ripristini, risarcimenti, sostegni”, dice Grassi.

A giudizio dell’esperto “serve un piano decennale che vada oltre i governi e le maggioranze, e a previsione è di circa 70 miliardi in 10 anni tra siccità e alluvioni, che potrebbero essere 20 miliardi da privati e 50 pubblici, e dunque per la quota pubblica 5 miliardi l’anno si può fare”, precisa Grassi. “Spesso il problema non sono i finanziamenti, ma i meccanismi e le procedure di spesa”, dice il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto. “Per affrontare il dissesto idrogeologico le parole chiave per evitare di rincorrere le emergenze sono: programmazione, pianificazione, controllo– precisa PichettoNoi come governo Siamo in campo con interventi dedicati al servizio idrico”.

“Oggi abbiamo coinvolto tutti gli enti della governance dell’acqua: istituti, enti ricerca, universita’, i ministeri per discuterei questo tema importante perche’ c’e’ la necessita’ di una pianificazione corretta affinando le conoscenze specie degli acquiferi sotterranei”. Lo ha affermato Arcangelo Francesco Violo, presidente del Consiglio nazionale dei geologi, in occasione del convegno “il governo sostenibile dell’acqua nel tempo dei cambiamenti climatici”, organizzato a Roma dal Consiglio nazionale dei geologi. Il convegno odierno “arriva dopo tre giorni dalla pubblicazione della conversione in legge del decreto sul contrasto della scarsita’ idrica. Un decreto d’urgenza – ha aggiunto – che deve portare ad una continuita’ e a strutturare gli interventi del governo e delle Regioni. Bisogna superare la frammentazione degli enti che hanno competenze per passare ad una cabina d regia unica per pianificare a lungi termine”.

Contrastare il fenomeno della siccita’

“Le misure sono quelle di adattamento ai cambiamenti climatici. Bisogna sfruttare questi eventi estremi, con piogge concentrate in pochi giorni, creando delle riserve delle acque per non mandarle sprecate ed utilizzarle quando c’e’ bisogno”. Lo ha chiarito il professore di Geomorfologia dell’Universita’ di Camerino, Gilberto Pambianchi. “Gli invasi – ha chiarito – sono fondamentali, anche quelli di piccole dimensioni, ma serve la volonta’ di farli e di capire bene l’evoluzione dei territori”. Per questo tipo di rilevazioni, infatti, “formiamo giovani in geomorfologia perche’ la cartografia e’ molto importante, come ci ha dimostrato quanto avvenuto in Emilia che, da Regione virtuosa, aveva una cartografia di 20 anni fa. Ma queste carte vanno aggiornate, perche’ l’evoluzione e costante ed accelerata dagli eventi estremi: bisogna tenere sotto controllo il territorio”, ha concluso.

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