Morbo di Alzheimer: potrebbe avere origine già nell’embrione

Le mutazioni della malattia di Alzheimer che influenzano lo sviluppo iniziale del cervello potrebbero esserci già in fase embrionale
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Le mutazioni legate alla malattia di Alzheimer influenzano lo sviluppo iniziale del cervello umano già in fase embrionale. E’ stato scoperto da un team di ricerca condotto da Erin Hurley, dell’Università del Texas di San Antonio, negli Stati Uniti, e colleghi, pubblicato su Stem Cell Reports. I ricercatori hanno rinvenuto segni precoci della malattia di Alzheimer all’interno di modelli di colture cellulari che riproducono lo sviluppo del cervello umano nelle sue prime fasi.

Lo studio avalla la possibilità che la malattia di Alzheimer possa avere origine nelle fasi iniziali della vita, forse addirittura, durante l’embriogenesi, ovvero lo stadio di formazione e sviluppo di un embrione. La malattia di Alzheimer colpisce principalmente la popolazione anziana. Il morbo di Alzheimer è una malattia neurodegenerativa molto diffusa, debilitante e potenzialmente fatale, con limitate opzioni terapeutiche.

Quando viene diagnosticata la malattia di Alzheimer

La malattia viene, in genere, diagnosticata in stadio avanzato, limitando le possibilità di un intervento terapeutico precoce. Sebbene per la maggior parte dei pazienti la causa della malattia sia sconosciuta e probabilmente multifattoriale. Alcuni malati presentano mutazioni note nei geni che influenzano la funzione e la sopravvivenza dei neuroni, portando a forme familiari della malattia di Alzheimer.

Strutture cerebrali anomale sono state osservate in bambini e giovani adulti con malattia di Alzheimer familiare anni prima dell’insorgenza dei sintomi, il che suggerisce che la malattia può avere origine molto prima nella vita. I ricercatori si sono chiesti come le mutazioni genetiche associate alla malattia di Alzheimer influenzino lo sviluppo cerebrale umano precoce. Gli scienziati hanno fatto crescere le cosiddette sfere corticali, che sono piccoli ammassi di cellule simili a cervelli embrionali umani, da linee di cellule staminali modificate con famiglia di segmenti di DNA contenenti brevi sequenze ripetute rinvenibili in batteri e arche, chiamata Crispr, che sono portatrici di mutazioni nelle forme familiari di malattia di Alzheimer.

Le mutazioni della malattia

E’ interessante notare che le mutazioni della malattia di Alzheimer hanno interferito con il normale sviluppo di queste sfere corticali, per cui le aree mutanti erano più grandi e contenevano neuroni meno maturi e funzionanti rispetto alle sfere corticali senza mutazioni. Individuando le vie molecolari sottostanti, i ricercatori hanno potuto identificare i punti di intervento per ripristinare il normale sviluppo cerebrale nel loro modello di sfera corticale.

E’ interessante notare che i diversi tipi di mutazioni associate alla malattia di Alzheimer hanno causato anomalie nella formazione delle distinte sfere corticali, evidenziando la necessità di personalizzare le terapie per ciascun paziente. Questo lavoro, apre la strada allo studio della malattia di Alzheimer nelle sue fasi iniziali, con la possibilità di identificare trattamenti specifici più efficaci o preventivi, per ogni paziente.

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