Un’espulsione di massa coronale (CME) lanciata nello Spazio da una potente esplosione, un brillamento solare classe X, potrebbe non colpire la Terra: tuttavia, secondo un modello della NASA, colpirà Venere e Marte. L’impatto su Venere (domani) probabilmente potrebbe intaccare una piccola parte dell’atmosfera superiore del pianeta, mentre l’impatto su Marte (25 giugno) potrebbe innescare aurore visibili per MAVEN e altri orbiter.
Il brillamento solare di classe X
La nuova macchia solare AR3341 ha generato un’esplosione ieri, alle 19:09, producendo un brillamento solare classe X1.1. Il Solar Dynamics Observatory della NASA ha catturato il lampo ultravioletto estremo:
Le radiazioni del flare hanno ionizzato la parte superiore dell’atmosfera terrestre, e ciò ha causato un forte blackout radio a onde corte sul Nord America (mappa in alto). Aviatori e radioamatori potrebbero aver notato una perdita di segnale a frequenze inferiori a 30 MHz per ben 20 minuti dopo il brillamento, riporta il sito specializzato SpaceWeather.com.
Da allora i coronografi SOHO hanno rilevato una CME mentre emergeva dal sito dell’esplosione. Le emissioni radio solari di tipo II rilevate dall’aeronautica statunitense suggeriscono una velocità di espansione superiore a 1000 km/s.
Cos’è un brillamento solare (o flare)
I brillamenti solari sono le più violente esplosioni del Sistema solare, e si possono osservare anche su molte altre stelle: sono improvvisi aumenti di luminosità ben visibili nella bande dei raggi X, ma ci può essere emissione un po’ in tutte le bande, dal radio ai gamma. Nella banda X emette radiazione la corona solare, la parte più esterna dell’atmosfera del Sole, caratterizzata da tenue plasma a milioni di gradi. Durante i brillamenti, il plasma raggiunge temperature ben al di sopra dei 10 milioni di gradi e una luminosità che può superare quella dell’intera corona.
In ordine crescente di potenza, le classi sono A, B, C, M e X. Ogni classe è dieci volte più potente di quella precedente.
I flare hanno un andamento caratteristico della luminosità: un aumento repentino, seguito da una diminuzione molto più graduale. Non durano molto, da qualche minuto a qualche ora al massimo, e sono localizzati in piccole regioni sulla superficie del Sole.
Essendo canali magnetici chiusi che trattengono il plasma solare, queste regioni sono per lo più a forma di arco. A volte la forza del brillamento è tale da generare eruzioni solari, con nubi di plasma che vengono proiettate nello Spazio. I brillamenti sono più frequenti in periodi di alta attività solare, in presenza di intensi campi magnetici delle macchie. La causa dei flare viene fatta risalire a instabilità magnetiche, che accelerano particelle e liberano energia rapidamente, provocando l’aumento repentino della luminosità, seguito da un raffreddamento più graduale.
Cos’è un’espulsione di massa coronale
Un’espulsione di massa coronale (CME, acronimo dell’inglese coronal mass ejection) è un’espulsione di materiale dalla corona solare. Il materiale espulso, sotto forma di plasma, è costituito principalmente da elettroni e protoni: quando questa nube raggiunge la Terra può disturbare la sua magnetosfera.