Scarlett Johansson e la scelta del digiuno intermittente: “il mio fisico da bomba sexy stava per rovinarmi” | FOTO

Per liberarsi dall'etichetta di bomba sexy, che non riusciva ad accettare e le stava togliendo ruoli per lei importanti, la Johansson ha deciso di praticare il digiuno intermittente e un allenamento militare
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Scarlett Johansson è la protagonista di un recente articolo su “Corriere della Sera“. E’ stata recentemente la più attesa al 76° Festival di Cannes che ha impersonato una stella del cinema in Asteroid City di Wes Anderson. Bellissima nel suo abito rosa firmato Prada, accanto al marito Colin Jost, autore e attore comico. L’attrice è rimasta fuori dalle scene per 4 anni, il suo ultimo film era stato “Storia di un matrimonio” del 2019 attualmente su Netflix, e l’aveva presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, un film incentrato sulla storia di una separazione e in cui la Johansson aveva probabilmente attinto all’esperienza personale.

La Johansson ha riferito alla conferenza stampa, come riporta “Il Corriere della Sera“: “Recito da così tanto tempo che ogni personaggio è frutto sia della mia coscienza sia del mio inconscio, un’estensione di me e dei miei sogni“. Non ha celato la sua grande fragilità e il non sopportare l’etichetta di bomba sexy che le è stata attribuita. “Mi sentivo incasellata in un cliché dal quale era difficilissimo uscire. Ho girato film tipo La verità è che non gli piaci abbastanza (2009) di Ken Kwapis che alimentavano quel tipo di narrazione. Mi sono vista offrire tutti i ruoli possibili basati su Marilyn Monroe, che non volevo assolutamente. E quando sono stata scartata per due film ai quali tenevo moltissimo, mi sono sentita persa“.

La scelta di praticare il digiuno intermittente

Quando per Iron Man 2 (2010) le avevano inizialmente preferito Emily Blunt e per Gravity (2013) il regista Alfonso Cuarón aveva scelto Sandra Bullock. “La goccia che ha fatto traboccare il vaso. Avevo desiderato talmente quel ruolo che cominciai a chiedermi: “Sono arrivata al capolinea della creatività? Sarà ancora questo il lavoro giusto per me?”. Dopo la rinuncia di Emily Blunt ad Iron Man 2, Scarlett era rientrata nel progetto, ma la Joohnson afferma: “Ammettere la vulnerabilità è qualcosa di potente. Tutti abbiamo dei lati contraddittori ed è giusto che le storie al cinema riflettano la pienezza e l’umanità di ogni personaggio” ha affermato Johansson.

Per entrare nei panni della Vedova Nera di Marvel si è sottoposta ad allenamenti militari e alla dieta intermittente, digiunando per mesi 12 ore al giorno con punte di 14-15 in alcuni momenti delle riprese.  Questa dieta si chiama digiuno intermittente, conosciuta anche come dieta “mima digiuno“, prevede una precisa assunzione di proteine (11-14%), carboidrati (42-43%) e grassi (46%), per una riduzione calorica complessiva compresa tra il 34 e il 54% rispetto all’apporto canonico. Sotto questa etichetta, rientrano due tipologie di dieta. Tra le varie opzioni di digiuno intermittente, la Johansson ha scelto di concentrare l’assunzione di alimenti in un periodo variabile tra 6 e 8 ore (schema 16/8).

I benefici del digiuno intermittente

In questo tipo di regime alimentare, non va introdotto nessun alimento prima dell’inizio della giornata e dopo l’ultimo pasto, in modo che l’organismo possa lavorare in condizioni di riduzione della sazietà. Con questa modalità non si accumula energia sul finire della giornata, senza avere il tempo di smaltire l’energia accumulata prima di andare a letto.

Uno dei benefici più importanti è la possibilità di preservare così lo stato di salute delle cellule, in modo olistico. Questo processo è possibile dall’esaurimento delle riserve di glucosio e dal ricorso al grasso, come fonte energetica. Di conseguenza, migliora la regolazione della glicemia, si riduce la risposta infiammatoria e aumenta la resistenza allo stress. Il digiuno intermittente riduce la pressione sanguigna, i livelli di lipidi nel sangue e la frequenza cardiaca a riposo. In letteratura, inoltre alcuni studi in letteratura, meno frequenti, documentano un impatto sull’obesità e sul rischio di ammalarsi di diabete.

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