SLA: una dieta ricca di omega-3 potrebbe rallentare il decorso

Uno studio ha evidenziato che una dieta ricca di cibi contenenti omega-3, come le noci e i semi di lino, potrebbe rallentare il decorso della sclerosi laterale amiotrofica
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Uno studio sulla sclerosi laterale amiotrofica ha evidenziato che introdurre nella dieta del paziente cibi ricchi di omega 3 (in particolare di acido alfa-linolenico) come i semi di lino, le noci, l’olio di canola e i semi di zucca, la malattia potrebbe avere un decorso più lento e la sopravvivenza potrebbe essere leggermente più lunga. Lo rivela uno studio, che ha esaminato la sopravvivenza di persone con SLA nell’arco di 18 mesi, è stato pubblicato sulla rivista Neurology.

La SLA è una malattia neurodegenerativa rara e progressiva che colpisce le cellule nervose di cervello e midollo spinale. I pazienti perdono la capacità di iniziare e controllare i movimenti muscolari, il che spesso porta alla paralisi totale e alla morte. Condotto da Kjetil Bjornevik dell’Università di Harvard a Boston, lo studio ha coinvolto 449 pazienti con un’età media di 58 anni, che sono state seguite per 18 mesi. I ricercatori hanno esaminato i livelli di acidi grassi omega-3 nel sangue dei partecipanti, dividendoli in quattro gruppi in base alle quantità trovate.

L’importanza della dieta nei pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofica

Poi hanno eseguito un test per valutare la progressione della malattia e la gravità dei sintomi, misurando 12 aspetti della funzione fisica, tra cui la deglutizione, il linguaggio e la funzione respiratoria con punteggi da zero (nessuna capacità) a quattro (capacità normale). I punteggi totali variavano da zero a 48, quindi. I ricercatori hanno scoperto che l’omega-3 chiamato acido alfa-linolenico è il più efficace. Le persone con la quantità più alta di questo grasso avevano un punteggio medio di 38,3 all’inizio dello studio, quelle con la quantità più bassa avevano 37,6.

Inoltre, meno persone (il 19%) del gruppo con più acido alfa-linolenico sono decedute durante lo studio, rispetto a quelle del gruppo più basso, il 33%. Riassumendo, il gruppo con più acido alfa-linolenico aveva un rischio di morte inferiore del 50% durante lo studio rispetto al gruppo con le quantità più basse. Anche livelli più elevati di uno specifico acido grasso omega-3, l’acido eicosapentaenoico, presente in pesci grassi e integratori di olio di pesce, erano associati a un minor rischio di morte. Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che un acido grasso omega-6 chiamato acido linoleico, presente negli oli vegetali, nelle noci, nella carne, nei semi e nelle uova, è stato associato, durante lo studio, a un minor rischio di morte.

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