Nonostante la Guardia Costiera degli Stati Uniti abbia stimato che la fornitura d’ossigeno nel sottomarino scomparso Titan di OceanGate si sia già esaurita, il contrammiraglio della Guardia costiera statunitense, John Mauger, ha dichiarato a Sky News che la missione di ricerca e il salvataggio delle persone a bordo prosegue. “Le condizioni per la ricerca e il salvataggio sono favorevoli in questo momento,” ha aggiunto, “continuiamo a tenere i membri dell’equipaggio e le famiglie nei nostri pensieri“.
Il sottomarino Titan di OceanGate Expeditions, con cui sono stati persi i contatto domenica scorsa, è dotato di ossigeno sufficiente per far sopravvivere le 4 persone a bordo per 4 giorni – 96 ore – in caso di emergenza: sulla base della tempistica fornita nei giorni scorsi questo significava che le squadre di soccorso avevano tempo fino alle 14 ora italiana, prima che le possibilità di sopravvivenza dei cinque a bordo si esaurissero.
A bordo il miliardario britannico Hamish Harding e il magnate pakistano Shahzada Dawood e suo figlio Suleman, 19 anni, anch’essi di cittadinanza britannica, oltre al CEO dell’azienda, Stockton Rush, e l’esploratore francese Paul–Henri Nargeolet. Tutti accomunati dalla passione per il Titanic, il cui relitto era l’obiettivo di esplorazione.
“Andare sott’acqua, fare cose sott’acqua è come andare su Marte, viaggiare nello Spazio, cioè in uno spazio che per l’uomo è alieno, dunque nulla è veramente sicuro al cento per cento: voglio sottolineare che per costruire il batiscafo Trieste, che nel 1960 stabilì il record mondiale di discesa negli abissi raggiungendo il fondo della Fossa delle Marianne a quasi 11mila metri, occorsero trenta anni“: a evidenziare i pericoli delle enormi profondità marine è un membro della Historic Diving Society, lo scrittore e giornalista triestino Pietro Spirito, cultore della storia dell’esplorazione subacquea. “Battelli utilizzati per scopi scientifici, per la ricerca a profondità anche superiori ai 4mila metri sono sottoposti a continue verifiche, ho letto invece che questo dell’incidente fosse quasi una macchina prototipo con qualche leggerezza per privilegiare l’aspetto commerciale“. Comunque, “storicamente, dal ‘700 in poi, quando ci furono i primi tentativi di costruire battelli che potessero andare sott’acqua, il rapporto tra uomo e mondo sommerso è stato caratterizzato da tentativi, invenzioni, eventi che possono essere paragonati alla tragedia di oggi,” ha concluso Spirito.