Neutralità zero entro il 2050: il 18 giugno la Svizzera voterà legge sul clima

Gli Svizzeri, dopo aver assistito alla drammatica scomparsa dei ghiacciai del Paese, a causa dei cambiamenti climatici, hanno deciso di votare un disegno di legge sul clima finalità alla neutralità zero entro il 2050
MeteoWeb

Gli svizzeri, in quanto testimoni della devastazione che il cambiamento climatico che sta facendo scomparire i loro preziosi ghiacciai, hanno deciso di adottare domenica un disegno di legge con l’obiettivo della neutralità del carbonio entro il 2050. Il primo partito del Paese, l’Unione Democratica di Centro (Udc), si oppone a questa legge, ma tutti gli altri maggiori partiti e il governo federale sostengono il testo sottoposto al referendum. Il disegno di legge prevede di ridurre gradualmente il consumo di petrolio e gas naturale senza però proibirlo.

Inoltre, la Svizzera dovrà produrre più energie rinnovabili, come l’idroelettrico e il fotovoltaico, e sostenere sistemi di riscaldamento più rispettosi del clima, come le pompe di calore. Secondo i sondaggi, questa legge è vista con favore dalla popolazione anche se nelle ultime settimane il suo consenso si è affievolito, scendendo al 63% dei pareri favorevoli nell’ultimo sondaggio effettuato dall’istituto gfs.bern.

Il disegno di legge federale sul clima

La Svizzera e il suo ecosistema montano sono stati oggettivamente stravolti dai cambiamenti climatici in corso. La situazione dei ghiacciai svizzeri è divenuta drammatica: hanno perso il 6% del loro volume di ghiaccio tra il 2021 e il 2022, rispetto a un terzo tra il 2001 e il 2022. Il Paese alpino importa circa il 75% dell’energia che utilizza, compreso il petrolio e il gas naturale che consuma. Una fragilità energetica messa in luce in modo drammatico dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

La “Legge federale sugli obiettivi di protezione del clima, sull’innovazione e sul rafforzamento della sicurezza energetica” mira dunque a ridurre questa dipendenza energetica dall’estero riducendo al contempo le emissioni di gas serra, senza proibizioni o nuove tasse. Il testo è un contro-progetto a un’iniziativa popolare, nota come “iniziativa dei ghiacciai” che gli attivisti per il clima avevano presentato nel 2019.

I sostegni alle industrie innovative

Per il governo e il Parlamento, questa iniziativa va troppo oltre perché vieta il consumo di combustibili fossili come gas e petrolio dal 2050. Il Parlamento ha quindi elaborato un proprio progetto che mira a ridurre il più possibile il consumo di combustibili fossili, senza vietarli. Il testo prevede fino a 200 milioni di franchi all’anno (circa lo stesso importo in euro) per dieci anni per aiutare i proprietari di case a passare a sistemi di riscaldamento rispettosi del clima.

Beneficeranno del sostegno anche le industrie che investono in tecnologie innovative, ad esempio in grado di filtrare la CO2 dall’aria. L’Udc sostiene che il progetto, descritto come una “legge sui rifiuti elettrici“, porterà comunque al divieto di olio combustibile, gas, gasolio e benzina come fonti energetiche, il che metterà a repentaglio la sicurezza energetica e farà salire alle stelle le bollette elettriche delle famiglie. Non è la prima volta che l’Udc si oppone alle leggi sul clima: nel 2021, il partito aveva fallito di poco un progetto per ridurre le emissioni di gas serra.

Gli svizzeri sono invitati a votare domenica 18 giugno

Ma gli osservatori ritengono improbabile che l’Udc ripeta la vittoria, dato il comodo vantaggio del campo del “sì”. Gli svizzeri sono chiamati anche a votare domenica su un emendamento costituzionale volto ad attuare il progetto dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e del G20 sulla tassazione, con un’aliquota di almeno il 15%, ai grandi aziende attivi a livello internazionale.

L’ultimo sondaggio indica che il 73% degli elettori svizzeri sostiene questo piano fiscale minimo, che si applicherà ai gruppi di imprese con un fatturato annuo di almeno 750 milioni di euro. Fino ad ora, la maggior parte dei 26 cantoni svizzeri ha tassato le imprese in modo basso, per consentire di farle restare competitive nonostante gli alti costi del lavoro.

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