Vaccino, il Prof. Bizzarri: “su paziente oncologico ci avrei pensato 10 volte”

"Poche certezze, propaganda ed effetti avversi": l'oncologo Mariano Bizzarri parla del complesso tema del rapporto tra cancro e vaccino
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Ci avrei pensato non una ma dieci volte prima di vaccinare un paziente oncologico, salvo rarissime condizioni. Soprattutto precisiamo che non è un vaccino, ma una terapia genica, dato che fornisce informazioni specifiche – tramite mRNA – e che viene utilizzato per sintetizzare una proteina contro cui l’organismo produrrà una risposta anticorpale. Proprio perché considerato vaccino non è stato necessario valutarne la cancerogenicità e ciò complica la valutazione di eventuali effetti collaterali‘. Il professor Mariano Bizzarri, oncologo, professore presso il dipartimento di Medicina Sperimentale dell’Università La Sapienza di Roma, biofisico, alla guida del System Biology Group Laboratory, già presidente del Consiglio Tecnico Scientifico dell’Agenzia Spaziale Italiana, all’agenzia Dire ha fatto un punto sul complesso tema del rapporto tra cancro e vaccino, ‘vecchia storia’ come si suole dire, partendo da quanto accaduto in pandemia. Bizzarri ha sempre espresso la propria contrarietà alla vaccinazione di massa, soprattutto sulla popolazione più giovane e sui pazienti oncologici, riferendosi al cosiddetto vaccino mRNA, mentre ha sempre difeso l’utilità di quello tradizionale, basato sul virus ‘intero’, come quello realizzato in India o a Cuba.

Sul fatto che possa esserci un legame tra il vaccino e il risveglio di tumori rilevato in diversi pazienti ‘sono cauto – ha detto – non ci sono studi né indicazioni statistiche, potrebbe essere, ma bisogna studiare e avere dati prima di sbilanciarsi in un senso o in un altro. In questi mesi è mancata la prudenza da parte degli scientisti di turno e non vorrei incorrere nel medesimo errore. Del resto, l’aumento certificato di casi di tumore nel corso della pandemia (circa 15.000 casi nel 2022) potrebbe trovare altre e più complesse spiegazioni’.

Tumori slatentizzati e recidive

Oggi quasi non si parla più di Covid. E quindi anche del ‘ritorno’ in certi pazienti di un tumore che sembrava ‘silente’. ‘Può esserci il sentore di una slatentizzazione del cancro, ma è vago‘ e Bizzarri lo ha spiegato: ‘il vaccino consente l’esposizione al sistema immunitario di un organismo ad un patogeno trattato e mitigato. Se sviluppo un vaccino mRNA che codifica per un singolo target, ovvero la proteina spike, e il virus la modifica successivamente a causa di una mutazione – come è accaduto- il vaccino farà produrre bersagli non più espressi dal virus che non verrà quindi riconosciuto dagli anticorpi. In compenso, la proteina spike prodotta potrà fare danni. Il fatto che poi il vaccino non venga prontamente inattivato, come inizialmente dichiarato da Big Pharma, ma continui ad essere presente ed attivo (in una percentuale probabilmente non inferiore al 10% della popolazione) farà sì che lo stimolo a produrre spike e anticorpi continui per mesi (6-9 settimane) con effetti dannosi, incluso l’attivazione di processi autoimmunitari’.

‘L’uomo di scienza deve essere prudente – è tornato quindi a sottolineare il professor Bizzarri – ed io non discuto affatto la validità dei vaccini che costituiscono uno strumento importante della medicina. Ma contesto la validità di questo tipo di vaccino basato sul mRNA e sulla politica che ha preteso vaccinare tutti, senza distinzioni, senza considerare i reali benefici attesi e le più che probabili ricadute su fasce di popolazioni affette da specifiche patologie. Non è un caso che io sia stato attaccato quando ho promosso nelle Marche – grazie al sostegno del presidente Francesco Acquaroli e dell’onorevole Mirco Carloni – un sensore per individuare il virus con analisi salivari al costo quasi simbolico di 1 euro. Invece di apprezzare l’innovazione, mi hanno criticato adducendo come scusa il fatto che un test economico potesse dissuadere le persone dal sottoporsi alla vaccinazione. Incredibile!’.

Rischi vaccini mRNA bambini e reazioni autoimmuni

C’è poi un altro tema che Bizzarri ha affrontato: ‘numerosi report scientifici hanno sottolineato che gli studi preventivi fatti, per esempio, sui bambini, fossero del tutto inadeguati. Questo vaccino – ha spiegato ancora l’esperto – dà meno rischio agli anziani. Se dai una spinta al sistema immunitario di una persona anziana, più di tanto veloce non va. Ma sui ragazzi, dove il sistema immune funziona in genere perfettamente, una ‘spinta’ può far sì che il sistema vada ‘fuori strada’. E a vedere la frequenza di miocarditi da vaccino segnalate tra i giovani c’è da pensare che questo sia effettivamente avvenuto‘. Va ricordato poi secondo Bizzarri come ‘il tasso di mortalità del Covid al di sotto dei 70 anni sia stato paragonabile a quello dell’influenza. Al di sotto di quella soglia non c’era alcuna necessità di condurre una vaccinazione di massa, tanto più – come oggi riconosciuto da tutti, ma evidente sin dal 2021 – il vaccino non protegge dal contagio. Chi è vaccinato può diffondere la malattia come chi non ha ricevuto il vaccino. Questa semplice evidenza priva il Green Pass di qualsiasi razionalità. È stato solo una misura di controllo e coercizione, arbitraria e punitiva. Ma non
ho visto studenti strapparsi le vesti e denunciare la limitazione delle loro libertà. A quel tempo nessuno ha piantato tende, ma hanno preferito comportarsi da pecoroni docili nelle mani del potere’.

Inutile la vigile attesa, medici sanno cosa fare

‘Tutto questo – ha aggiunto Bizzarri – ha fatto dimenticare l’importanza delle terapie che già avevamo – antibiotici, anti-infiammatori, clorochina – e che se fossero state utilizzate avrebbero ridotto la mortalità del 90% come ammesso dallo stesso professor Giuseppe Remuzzi, un alfiere della vaccinazione. Le indicazioni del ministero sono state al riguardo fuorvianti e ridicole: tachipirina e vigile attesa. Eppure – ha continuato Bizzarri – se viene da me un paziente con tosse e febbre non ho bisogno che il ministro Speranza mi dica cosa fare. Adotterei le misure minime necessarie che spesso sono quelle che ti salvano la vita. Se avessimo curato, con aspirina, antinfiammatori, antibiotici avremmo ridotto la mortalità senza aspettare che la malattia facesse il suo corso’.

Terapie mRNA anticancro? Siamo alla cartomanzia

Per Bizzarri è discutibile anche invocare l’uso delle terapie geniche a base di mRNA per combattere il cancro, perché, spiega il professore, non ci sono solide prove che ciò avvenga. ‘Come si possa prevedere che saranno pronte nel 2027 rileva della cartomanzia, non della scienza. Un farmaco non si costruisce con la tastiera del computer, come quelli basati sulle stringhe di mRNA. Né è sufficiente aver decodificato il genoma per trovare la soluzione alle malattie che affliggono l’umanità. Occorre sperimentazione, studi sugli animali, pazienza. Non trucchi ingegneristici. Per decenni, per esempio, la medicina ha imposto la lobotomia (asportazione di una parte del lobo frontale del cervello) come cura per alcune patologie psichiatriche. Finalmente, dopo quasi un secolo, alla fine degli Anni 70, tale pratica ignobile (ed inefficace) è stata proibita. Ma il caso ci ricorda come siano state adottate, anche nel passato recente, misure terapeutiche tutt’altro che fondate, promosse da una minoranza illuminata a cui tanti si sono piegati senza esercitare alcun controllo critico’.

Il caso del diritto all’oblio

‘La malattia è parte della storia di ciascuna persona: acquisisce senso solo nella prospettiva della nostra esistenza. Ed essendo parte della nostra storia non può e non deve essere ‘dimenticata’. Porta con sé un insegnamento inestimabile ed irrinunciabile. Per questo il cosiddetto diritto all’oblio è una idiozia che non vale neanche la pena commentare. Un paziente che ha affrontato – e superato l’esperienza del cancro – ne esce trasformato e più forte. Perché dovrebbe rinunciare a questa ricchezza?‘, ha commentato Bizzarri a proposito delle recenti campagne di Istituzioni e associazioni sul cosiddetto diritto all’oblio.

Nella storia di una persona, anche i momenti clinici dolorosi nel tempo diventano memoria preziosa. Non vorrei dimenticare i momenti in cui ho sofferto e mi sono rialzato. Questa idea del diritto all’oblio porta a cancellare elementi identitari che concorrono a definire la storia della persona. Se ho avuto il cancro e ho riportato una vittoria sarò ben contento di ricordare, anche momenti poco felici. Il fatto è che non esiste il diritto alla vita felice. Esiste il diritto a battersi per una vita felice. Ma niente può evitare ad un individuo di affrontare drammi e difficoltà inevitabili. Dobbiamo attrezzarci per imparare a combattere, dato che un soldato che non ha mai combattuto non saprà farlo nel momento vero del bisogno. È questo il vero senso del termine ascesi: esercizio, dal greco. Questo trasforma il dolore – che è cieco ed insopportabile quando privo di senso – in sofferenza, quando quel dolore viene interpretato e compreso nel suo significato medico e spirituale. Come una volta scrisse un mio paziente – ha raccontato Bizzarri – ‘se non avessi avuto un cancro sarei morto da un pezzo’. La metafora mette bene in evidenza come non di rado la malattia risvegli una consapevolezza necessaria per l’individuo e lo riporti, in qualche modo, al centro di se stesso. E al centro c’è sempre la dignità della persona e il suo diritto a compiere scelte, tra cui quella di ricevere o meno un vaccino la cui efficacia e utilità è ben lungi dall’essere stata dimostrata. Non è forse una grave contraddizione quella della nostra società che da un lato si batte per il diritto a ricevere la ‘buona morte’ – l’eutanasia – ma al tempo stesso nega alla persona il diritto a rifiutare un trattamento?’, ha concluso.

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