Oltre i 30°C: l’ondata di calore marino colpisce il Mediterraneo

Ondata di calore marino nel Mediterraneo: "la temperatura media della superficie del mare nel Mar Mediterraneo è di circa 28°C"
MeteoWeb

Le temperature superficiali nel bacino del Mediterraneo sono attualmente più calde del solito, raggiungendo livelli fino a 5-6°C al di sopra della media climatologica di luglio. Un’ondata di calore marino (marine heatwave, MHW) è stata osservata a luglio 2023 ed è ora in espansione verso est attraverso il Mar Mediterraneo, sottolinea una nota della Fondazione CMCC. Le MHW si verificano quando le temperature dell’oceano superano una soglia estrema a variabilità stagionale per più di cinque giorni di seguito. Dall’11 luglio 2023, una MHW ha colpito il Golfo di Taranto, dove la temperatura dell’acqua superficiale ha raggiunto un picco di 30°C, 2°C oltre la temperatura di soglia.

Temperatura superficiale del mare, simulata dal 1 al 18 luglio 2023 e prevista dal 19 al 28 luglio 2023. I colori sulla mappa mostrano i valori della temperatura superficiale del mare. Il rosso scuro e il viola corrispondono a temperature più elevate, che si prevede arriveranno a raggiungere i 32°C in alcune aree tra il Sud Italia e il Nord Africa.

Le nostre simulazioni mostrano che attualmente ci troviamo in una condizione in cui la temperatura media della superficie del mare nel Mar Mediterraneo è di circa 28°C e si prevede che continuerà a salire nei prossimi giorni, raggiungendo oltre i 30°C,” afferma Rita Lecci della divisione Ocean Predictions and Applications (OPA) del CMCC. “Dall’inizio di luglio abbiamo osservato un trend positivo nell’aumento della temperatura superficiale del mare, normale per le condizioni estive. A metà luglio, questo aumento della temperatura si è rivelato un’anomalia perché la temperatura superficiale del mare ha superato la soglia climatologica del mese, calcolata negli ultimi 30 anni, per più di cinque giorni consecutivi”.

Lo scorso anno, un’ondata di calore marino di proporzioni record nel Mar Mediterraneo aveva colpito il Mar Ligure per tre settimane, colpendo successivamente il Golfo di Taranto con maggiore intensità, raggiungendo quasi 5°C sopra la media. “L’anno scorso, abbiamo registrato un fenomeno di ondata di calore marino che abbiamo considerato record, perché ha interessato una vasta area del Mediterraneo con un’intensità persistente”, afferma Ronan McAdam della divisione Ocean modeling and Data Assimilation (ODA) del CMCC. “Ma quest’anno sembra che l’ondata di calore marino sia concentrata nell’Atlantico settentrionale e si sta manifestando principalmente nel Mediterraneo occidentale. Penso che ciò che ha portato il calore verso l’Atlantico settentrionale e più a ovest nel Mediterraneo siano stati gli anticicloni che si spostano dall’Africa”.

Questi grafici, prodotti da McAdam, rappresentano la serie temporale delle temperature superficiali a partire dall’inizio di maggio 2023 fino ad oggi. La linea grigia chiaro rappresenta le osservazioni in tempo quasi reale, ovvero le osservazioni satellitari fornite dal Copernicus Marine Service, che vengono considerate come un riferimento attendibile di ciò che sta accadendo giorno per giorno.

La linea rossa continua mostra la temperatura media della superficie per questo periodo dell’anno, calcolata su un periodo di tre decenni, dal 1987 al 2019. La linea rossa tratteggiata rappresenta la soglia dell’ondata di calore marino, definita come il limite sopra il quale le temperature rientrano nel 10% dei valori più estremi registrati storicamente. Pertanto, quando le temperature salgono sopra la soglia della MHW per cinque giorni o più, si verifica un’ondata di calore marino, rappresentata nei grafici con la colorazione arancione. La tonalità gialla rappresenta invece le cosiddette “marine heat spikes”, ovvero eventi di temperature estreme di breve durata, che non hanno ancora superato i cinque giorni.

Infine, le linee blu rappresentano le previsioni, prodotte settimanalmente dal CMCC, che si sono dimostrate abbastanza accurate poiché riflettono correttamente eventi e oscillazioni realmente in corso.

Le nostre previsioni indicano che nella prossima settimana le onde di calore marine nel Mar Ligure si attenueranno”, afferma McAdam. “D’altra parte, ci aspettiamo che la MHW nel Golfo di Taranto continui, probabilmente perché l’ondata di calore si sta spostando verso il centro del Mediterraneo. Tuttavia, una volta finita l’estate, potremo finalmente vedere quali aree sono state colpite maggiormente rispetto al passato”.

Il Mar Mediterraneo è un punto focale per lo studio delle MHW perché il numero di eventi, la loro durata e la loro intensità stanno aumentando, e si prevede che il bacino sarà un vero hotspot per il cambiamento climatico e il riscaldamento globale. “Ci aspettiamo di vedere una continuazione di tali eventi e ci aspettiamo di parlarne ogni anno”, afferma McAdam. “Al momento, possiamo imparare di più sulle MHW confrontando diversi anni e diversi eventi, ma per quanto riguarda le cause e i fattori scatenanti delle onde di calore marine nel Mediterraneo, è ancora necessario un adeguato e rigoroso studio”.

Ciò che è interessante da vedere nelle nostre simulazioni è che, seguendo l’evoluzione temporale dei colori sulla mappa, possiamo osservare che verso la fine del mese ci aspettiamo aree con un colore rosso intenso, indicativo che la temperatura della superficie del mare sarà superiore di 5°C rispetto al valore climatologico medio”, afferma Lecci.

Questo aumento della temperatura del mare ha un impatto significativo sugli ecosistemi marini, soprattutto sulla fauna ittica, poiché molte specie di pesci hanno un range ottimale di vita in specifici valori della temperatura del mare. Oltre questi valori, superando la soglia, la fauna ittica potrebbe andare in sofferenza, morire o non poter più riprodursi, portando alla possibilità di trovare specie molto diverse nel nostro Mar Mediterraneo nel prossimo futuro. Le cosiddette specie aliene, come i pesci tropicali, sono ora in grado di trovare un ambiente adatto e condizioni idonee per la loro vita nel Mar Mediterraneo grazie all’aumento della temperatura del mare. “Quello che vedremo nel prossimo futuro è un cambiamento degli ecosistemi, della fauna ittica e anche della vegetazione marina”, afferma Lecci. “Questo influisce anche sugli esseri umani perché cambia la quantità e la qualità dei prodotti della pesca. Dobbiamo adattarci a quello che verrà, che è ancora piuttosto sconosciuto. Ma stiamo già cominciando a vederne gli effetti”.

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