In Polonia, si è registrato il primo focolaio di influenza aviaria A/H5N1 nei gatti: in appena 2 settimane sono stati registrati una trentina di casi geneticamente correlati fra loro. Lo ha reso noto l’Organizzazione mondiale della sanità, precisando che si tratta della “prima segnalazione di un numero elevato di gatti infetti in un’ampia area geografica all’interno di un Paese“. Il 27 giugno l’OMS ha ricevuto dalle autorità sanitarie polacche la notifica di “decessi insoliti nei gatti in tutto il Paese. All’11 luglio – informa l’agenzia di Ginevra – sono stati testati 47 campioni prelevati da 46 gatti e un caracal in cattività, di cui 29 sono risultati positivi all’influenza A/H5N1“.
E’ stato reso pubblico che “14 gatti sono stati soppressi e altri 11 sono morti, con l’ultimo decesso segnalato il 30 giugno“. Attualmente “la fonte dell’esposizione al virus aviario è sconosciuta“, ma “le indagini sono in corso“. L‘infezione da A/H5N1 nei gatti era stata già segnalata in precedenza, ma “sporadica“, come sottolinea l’OMS, ma non aveva assunto finora le caratteristiche di focolaio.
Il focolaio di influenza aviaria nei gatti in Polonia
“Al 12 luglio – riporta l’organizzazione – nessun contatto umano di gatti positivi al virus A/H5N1 ha riportato sintomi” di influenza aviaria “e il periodo di sorveglianza è terminato per tutti i contatti“. Il rischio di contagio per l’uomo è valutato come “basso per la popolazione generale“, e “da basso a moderato per i proprietari di gatti e per coloro che per ragioni professionali (come i veterinari) sono esposti al contatto con gatti infettati senza l’uso di adeguati dispositivi di protezione“.
“I campioni positivi sono stati segnalati in 13 aree geografiche” della Polonia, spiega l’OMS“. “Alcuni gatti hanno sviluppato sintomi gravi tra cui difficoltà respiratorie, diarrea sanguinolenta e segni neurologici, con rapido peggioramento e morte in alcuni casi. Complessivamente, 20 gatti presentavano segni neurologici, 19 sintomi respiratori e 17 sia neurologici che respiratori“. L’agenzia riporta, inoltre, che “L’analisi genomica di 19 virus sequenziati da questo focolaio ha mostrato che appartenevano tutti al clade H5 2.3.4.4b ed erano altamente correlati fra loro“. I virus sequenziati, inoltre, sono risultati “simili ai virus dell’influenza A/H5N1 clade 2.3.4.4b che circolavano negli uccelli selvatici e che recentemente hanno causato epidemie nel pollame in Polonia“.
I gatti infettatti
Sul totale gatti infettati, “dei 25 per i quali sono disponibili informazioni, 2 vivevano all’aperto, 18 in casa con accesso a un balcone, un terrazzo o un cortile, 5 in casa senza possibilità di accedere all’esterno“. Sembrerebbe che “7 gatti abbiano avuto occasione di entrare in contatto con uccelli selvatici“. Secondo le ipotesi al vaglio degli esperti, “i gatti potrebbero avere avuto contatti diretti o indiretti con uccelli infetti o i loro ambienti, mangiato uccelli infetti oppure cibo contaminato dal virus. Le autorità stanno indagando su tutte le potenziali fonti di infezione e ad oggi non ne hanno esclusa nessuna“.
L’OMS continua l’attività di monitoraggio per il controllo della situazione in stretta collaborazione con la sanità animale e pubblica, le agenzie regionali, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), l’Organizzazione mondiale per la salute animale (Woah) e altre agenzie partner in Polonia.