Ieri giovedì 27 Luglio, l’Egitto ha annunciato una serie di misure, le quali dei tagli programmati all’elettricità, a causa dell’aumento del consumo energetico della popolazione davanti all’intensa ondata di caldo che sta investendo il Paese. Secondo quanto reso noto dalle autorità, le interruzioni di corrente programmate dureranno una o due ore al giorno al massimo e continueranno fino alla fine dell’attuale ondata di caldo. Si consideri che questa settimana le temperature hanno superato i 45°C.
La scorsa settimana, il governo ha iniziato ad attuare i tagli, invitando la popolazione a non usare gli ascensori in determinate ore del giorno. Naturalmente, come conseguenza si è diffuso un certo malcontento sui social media, con gli utenti che hanno criticato l’offerta di effettuare le interruzioni di energia elettrica spesso proprio nelle ore più calde della giornata, e che queste ultime talvolta durano più di due ore e al di fuori delle fasce orarie previste.
Le cause dell’interruzione energetica in Egitto
Queste scelte del governo sono sicuramente correlate all’inflazione galoppante dell’economia egiziana e una conseguente svalutazione della valuta. Inoltre, è diminuito il potere d’acquisto e la capacità di importare beni essenziali. Una crisi energetica simile durante la presidenza dell’islamista Mohamed Morsi nel 2013 ha scatenato rabbia e proteste diffuse prima che venisse deposto dall’esercito.
Nel 2015, le autorità egiziane avevano stretto un accordo con la tedesca Siemens per la costruzione di tre grandi centrali elettriche, con investimenti stimati in sei miliardi di euro con l’obiettivo di raddoppiare la produzione di elettricità del Paese. Da quell’epoca, l’Egitto ha dovuto affrontare l’esaurimento delle riserve valutarie e l’aumento del debito, aggravato dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.