Se Rime, Radar for icy moon exploration, è il radar spaziale in viaggio con la sonda Juice verso le lune di Giove per verificare cosa si cela sotto la superficie ghiacciata, allora lo stesso principio può essere utilizzato per monitorare cosa accade sotto la superficie del ghiacciaio della Marmolada. E’ il punto di partenza delle sperimentazioni messe a punto dai ricercatori dell’Università di Trento che, dopo aver ideato e realizzato il radar che nel 2030 arriverà a scandagliare la superficie di Giove, hanno replicato il sistema per monitorare la Regina delle Dolomiti alla luce dell’improvviso crollo del 3 luglio dell’anno scorso che travolse e uccise 11 alpinisti ferendone altri nove.
Effettuato il primo test gli scienziati dell’ateneo trentino sostengono che “lo studio è all’inizio e se il risultato fosse positivo il sistema potrebbe essere impiegato in futuro anche montato su un drone”. Secondo il professor Lorenzo Bruzzone del Dipartimento di ingegneria e scienza dell’informazione, responsabile del Remote sensing laboratory, “i dati acquisiti sono ora oggetto di analisi da parte dei ricercatori dell’Università. L’obiettivo è capire se uno strumento di questo tipo può servire per il monitoraggio del ghiacciaio, fornendo informazioni sul suo spessore e sulla presenza di acqua al suo interno”.