Per le persone con diabete, il consumo abituale di cibi ultra-processati aumenta il rischio di morte, soprattutto per malattie cardiovascolari, indipendentemente dalla qualità complessiva della dieta. È quanto emerge da uno studio dell’Irccs Neuromed di Pozzilli (IS) pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition. La ricerca ha analizzato i dati dello studio ‘Moli-sani’, un progetto di ricerca che, dal 2005, ha coinvolto circa 25 mila persone.
“Su un follow-up medio di 12 anni abbiamo osservato che una dieta ricca di cibi ultra-processati esponeva le persone con diabete a un maggior rischio di morte”, ha affermato in una nota la prima firmataria dello studio Marialaura Bonaccio. Chi consumava più alimenti ultra-processati “aveva il 60% in più di rischio di morte per qualsiasi causa, rispetto alle persone che consumavano una quantità minore di prodotti di questo tipo. Il rischio di mortalità per malattie cardiovascolari, che è una delle principali cause di morte per le persone con diabete, è stata più che raddoppiata”, ha aggiunto Bonaccio.
La presenza dei cibi ultra-processati sembra inoltre vanificare i benefici che derivano da regimi alimentari salutari: “L’aumento del rischio legato agli alimenti ultra processati è stato osservato anche quando i partecipanti hanno riportato una buona aderenza alla dieta mediterranea”, ha spiegato Licia Iacoviello, a capo del dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione di Neuromed e professore all’Università dell’Insubria.
Per il presidente Neuromed Giovanni de Gaetano, dallo studio derivano indicazioni concrete: “Oltre all’adozione di una dieta basata sui fabbisogni nutrizionali noti, le raccomandazioni dietetiche dovrebbero suggerire inoltre di limitare il più possibile il consumo di alimenti ultra-trasformati”, ha dichiarato.