Il dolcificante aspartame potrebbe essere classificato nei prossimi giorni come ‘possibile cancerogeno’? Venerdì 14 luglio verranno resi noti sia i risultati di una recente revisione delle prove condotta dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) con l’obiettivo di fornire una classificazione, sia i contenuti di una revisione del Comitato congiunto di esperti Fao/Oms sugli additivi alimentari (Jecfa) realizzata per fornire una valutazione del rischio.
“I dati noti – spiega all’Adnkronos Salute Silvio Garattini, presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs – sono ancora molto discutibili, ed è per quello che si attende di avere un esame molto preciso da parte dei gruppi che sono stati riuniti per questo. Le informazioni a loro disposizione sono ovviamente molte di più dei dati che circolano e che conosciamo attraverso la letteratura scientifica. La Iarc darà un giudizio in armonia con l’Oms, quindi in qualche modo è tutto un po’ sospeso al momento”.
I rischi del dolcificante
“Vale la pena di dire, dato che ormai abbiamo aspettato tanto, aspettiamo ancora qualche settimana per avere un quadro chiaro”, suggerisce lo scienziato italiano. “E’ inutile dare subito allarmi, con il rischio che poi i risultati siano ancora negativi e non constatino” le problematiche paventate. “Penso che in questi casi convenga dare la notizia del fatto che si sta indagando su un potenziale rischio, ma aspettiamo di avere i risultati”. In generale, però, per Garattini la caccia ai potenziali rischi di prodotti e farmaci “va fatta più velocemente”.
“L’auspicio è questo – dice l’esperto – I rischi dovrebbero essere ricercati più rapidamente, così come avviene per i benefici, per evitare che vengano fuori poi dopo molti anni. Quello che succede in generale è che noi sappiamo con grande rapidità i benefici di tutto, perché questo fa parte del mercato in qualche modo. Per esempio, il fatto che l’aspartame sia dolce e non dia calorie è stato utilizzato largamente. Invece la conoscenza dei danni avviene sempre con grande lentezza e non è in generale un’attività di ricerca e conoscenza organizzata. Non c’è un’organizzazione che vada a cercare quali sono i danni di prodotti o farmaci in modo da saperli il più presto possibile, si aspetta che piano piano arrivino”, emergano.
“Indipendentemente dal problema dell’aspartame, questa è una conseguenza del mercato. Per i farmaci e anche per i prodotti dietetici si fa presto a mettere in evidenza i benefici, ma poi ci vogliono anni prima di sapere eventuali problemi”.