Elon Musk e il dominio di Starlink che inizia a preoccupare molti leader occidentali

Se Elon Musk inizia a preoccupare i leader occidentali per il suo potere dovuto a Starlink
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Elon Musk è sempre più il re incontrastato dello spazio con la sua Starlink, una società privata che vale 180 miliardi di dollari. E il dominio della tecnologia internet via satellite dell’eccentrico miliardario preoccupa sempre di più i leader militari e politici mondiali. Forte dei suoi oltre 4.500 satelliti, più della metà di quelli attivi, il patron di Tesla e Twitter ha quasi un monopolio. Starlink è infatti spesso l’unica modalità per avere accesso a internet nelle zone di guerra e in quelle colpite da disastri naturali, oltre a essere essenziale in Ucraina e aver aiutato gli attivisti in Iran e Turchia ad aggirare i controlli dei loro governi.

Il Dipartimento della Difesa è cliente di Starlink e molti altri eserciti, incluso quello del Giappone, stanno testando la tecnologia Starlink, ritenuta la più affidabile. A preoccupare non è tanto il fatto che tutto questo potere sia stato accumulato da una persona, ma che questa persona sia l’eccentrico Musk capace, in un batter d’occhio, di decidere da solo lo stop dell’accesso a internet attraverso i suoi satelliti per un cliente o un intero paese. In Ucraina alcuni di questi timori si sono già realizzati quando Musk ha limitato l’accesso più volte durante la guerra, spingendosi in un’occasione fino a negare la richiesta di attivare Starlink vicino alla Crimea. Episodi che hanno spinto Kiev a cercare alternative, nella consapevolezza comunque che nessuno è in grado di fornire lo stesso servizio. Starlink è infatti un prodotto commerciale e questo consente a Musk di agire in modi che talvolta possono non essere allineati con gli interessi americani. Negli ultimi mesi, per l’esattezza in marzo, il generale delle forze ucraine Valeriy Zaluzhnyi ha chiesto al capo dello stato maggiore aggiunto americano Mark Milley la valutazione degli Stati Uniti su Musk. Domande analoghe sono state poste a funzionari statunitensi da almeno nove governi in Europa e in Medio Oriente. Taiwan ha avuto contatti con Starlink, ma le discussioni – riporta il New York Times – sono state fermate dalle “forti preoccupazioni” nei confronti di Musk, che con Tesla ha legami stretti con la Cina. In febbraio la Turchia ha rifiutato l’offerta di Musk di fornire l’accesso a internet tramite Starlink dopo il terremoto. E nei mesi scorsi Pechino si è lamentata all’Onu del numero eccessivo di satelliti di Musk in orbita. Richieste di informazioni e critiche che, comunque, non sono in grado di minare a breve il dominio spaziale di Musk, contro il quale neanche l’offensiva del rivale Jeff Bezos con Blue Origin ha avuto successo.

In realtà però, molte persone sono al contrario decisamente più confortate rispetto al fatto che questo potere sia nelle mani di una mente brillante come quella di Elon Musk anzichè dei politici che governano molti Paesi.

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