Frontier Model Forum: Google e Microsoft si alleano per la sicurezza dell’AI

Per la sicurezza dell'intelligenza artificiale, Google e Microsoft hanno fondato il Frontier Model Forum che si autodefinisce un ente per lo sviluppo responsabile
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Il Frontier Model Forum viene definito come “un ente per uno sviluppo sicuro e responsabile” dei modelli di intelligenza artificiale più evoluti e si concentra sulla cosiddetta “AI di frontiera”. È quindi un ente molto verticale fondato da: Anthropic, Google, Microsoft e OpenAI. Esse sono quattro società, ma con due chiari poli di riferimento. Perché Microsoft detiene una quota importante di OpenAI e Google, appena tre mesi dopo il lancio di ChatGPT, ha investito 300 milioni in Anthropic (fondata da un ex dipendente di OpenAI).

A questo ente possono aderire tutte le organizzazioni del settore che dimostrino “un forte impegno per la sicurezza” e volontà di “partecipare a iniziative” condivise. I fondatori, però, avranno sempre un ruolo di guida: saranno loro a definire i “modelli da sviluppare e implementare”, a stabilire “accordi istituzionali”, a decidere “statuto, governance e finanziamenti” e a consultarsi con “la società civile e i governi” sulle possibili collaborazioni. Difficile immaginare, a queste condizioni, l’adesione di altri big, come Amazon e Meta.

Un’intelligenza artificiale responsabile

Una settimana prima di annunciare l’apertura del Forum, il 21 luglio sette società hanno sottoscritto alla Casa Bianca un impegno per lo sviluppo di “un’intelligenza artificiale responsabile”. Quattro firmatari sono i fondatori del Frontier Model Forum. Una è una startup vicina a Microsoft (il fondatore, Reid Hoffman, ha inventato LinkedIn – proprietà Microsoft – e membro del Cda guidato da Satya Nadella). Le altre due erano Amazon e Meta.

Gli obiettivi che si propone il Frontier Model Forum sono: promuovere lo sviluppo responsabile dell’AI, consentire valutazioni indipendenti e standardizzate sulla sua sicurezza, supportare la ricerca, identificare buone pratiche, aiutare gli utenti a comprendere “la natura, le capacità, i limiti e l’impatto della tecnologia”. E ancora: “Sostenere gli sforzi per far fronte alle maggiori sfide della società, come la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, la diagnosi precoce e la prevenzione del cancro e la lotta alle minacce informatiche”. Infine, “collaborare con i decisori politici, accademici, società civile e aziende”, facilitando “la condivisione di informazioni” tra pubblico e privato.

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