G20 in India: si spera in un accordo sulla lotta ai cambiamenti climatici

A Madras, in India, nella giornata di oggi, i ministri dell'Ambiente del G20 cercheranno di trovare un patto nella lotta ai cambiamenti climatici
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Oggi a Madras, in India, i ministri dell’Ambiente del G20 dovranno stilare un patto per fronteggiare i cambiamenti climatici, dopo che i ministri dell’Energia non sono riusciti a concordare un calendario per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. I ministri dell’Ambiente del G20, i cui membri rappresentano da soli oltre l’80% del prodotto interno lordo mondiale e delle emissioni di CO2, si confronteranno su tematiche importanti, come il finanziamento dell’adattamento ai cambiamenti climatici, la biodiversità e i principi che dovrebbero governare le attività economiche marittime.

Oggi i ministri dell’Ambiente del Gruppo dei Venti (le diciannove economie più sviluppate e l’Unione Europea) cercheranno un accordo, nel corso della loro riunione di un giorno che sarà firmato dai leader in occasione del vertice che si terrà a settembre a Nuova Delhi. Il commissario europeo per l’ambiente Virginijus Sinkevicius, che parteciperà al vertice di Madras, ha affermato mercoledì  26 luglio in serata: “I mezzi di sussistenza delle persone vengono distrutti“.

I presupposti dell’accordo del G20 a Madras

Sinkevicius ha affermato di che sono necessarie riforme che garantiscano la resilienza delle popolazioni minacciate dai cambiamenti climatici, sottolineando come i leader debbano formulare le loro scelte poltiche su prove scientifiche. “Viviamo nell’era dei social network, dove puoi essere uno scienziato che lavora sul cambiamento climatico da 20 anni o un populista in cerca di voti“, ha avvertito. “Le vostre opinioni sui social network avranno lo stesso peso“, ha aggiunto. Il fallimento dei ministri dell’energia del G20, il 22 luglio a Goa, in India, nel trovare un accordo sulla programmazione effettiva per la riduzione dell’uso dei combustibili fossili è stato considerato una vittoria dei grandi produttori di petrolio, che si oppongono a una rapida transizione energetica, nonostante la volontà proclamata a maggio a Hiroshima dai leader del G7 di “accelerare” la loro “uscita” dai combustibili fossili.

Oggi tra i partecipanti al vertice di Madras c’è Sultan Al Jaber, amministratore delegato della compagnia petrolifera nazionale degli Emirati Arabi Uniti Adnoc, che presiederà anche i negoziati della COP28. Sultan Al Jaber ha ricevuto diverse critiche per il conflitto di interessi che lo riguarda, dato che i combustibili fossili sono considerati la causa principale del riscaldamento globale. “Il mondo ha bisogno che i suoi leader si uniscano, agiscano e diano risultati, e questo deve iniziare con il G20“, hanno affermato Sultan Al Jaber e Simon Stiell, Segretario esecutivo della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc), in una dichiarazione congiunta.

I negoziati non stanno andando velocemente

Chi è in prima linea contro i cambiamenti climatici ha bisogno del nostro sostegno ora, non tra cinque anni“, hanno sottolineato i due leader, chiedendo di triplicare la capacità globale di energia rinnovabile entro il 2030. “I negoziati non stanno andando velocemente, non lo nascondo“, ha riconosciuto Sinkevicius, sottolineando che sono passati anni dall’accordo sul clima di Parigi del 2015 e che “è ora di attuarlo“. Le economie del G7 dovranno rispondere alle richieste di molti Paesi in via di sviluppo, tra cui l’India, di maggiori finanziamenti per compensare l’impatto del riscaldamento globale su settori come l’agricoltura e l’energia.

Secondo un rapporto condotto al riguardo in preparazione del G20,  il costo della transizione energetica è di circa 4.000 miliardi di dollari all’anno e sottolinea l’importanza di finanziamenti a basso costo per questa transizione per i Paesi in via di sviluppo. Tuttavia, in India e in Cina, per le quali il carbone è una delle principali fonti di energia, sono attualmente tra le prime cinque economie mondiali. “Quando parliamo di Paesi in via di sviluppo, non dobbiamo riferirci alla situazione degli anni ’90“, ha insistito Sinkevicius. “Dobbiamo aiutare con determinazione i più vulnerabili, che sono già pesantemente colpiti“, ha insistito.

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