Il “Corriere della Sera” ha riportato la notizia del volo Delta Air Lines Milano Malpensa-New York, dirottato a Roma dopo che la grandine ha distrutto il muso del velivolo. Secondo i piloti non poteva decollare per condizioni minime di sicurezza. Per comprendere le dinamiche dell’accaduto e valutare se ci sono gli estremi per l’avvio di un’inchiesta, l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo sta raccogliendo il materiale relativo alla vicenda. Come si legge sul “Corriere della Sera“, secondo la ricostruzione dell’accaduto, l’aereo, un Boeing 767-300 alle 12.33 del 24 luglio l’aereo, ha raggiunto la pista 35 dello scalo di Malpensa per raggiungere la pista 35 destra assegnata in quella fascia oraria ai decolli.
In questo orario, un temporale veniva registrato poco a ovest dell’aeroporto e nel cuore della perturbazione vengono notati grandine e fulmini. Verso le 12.47 un Airbus della compagnia aerea low cost easyJet decide di liberare la pista di decollo: dalla scansione effettuata via radar delle schede meteo il comandante valuta l’assenza delle condizioni minime per un decollo sicuro.
Il volo Milano-New York nonostante la tempesta in corso
Ma alle 13.01 i piloti del volo Delta 185 danno la spinta massima ai motori e lasciano la pista in direzione Nord. Dalle carte meteo si evince che il temporale è diventato ancora più forte, e soprattutto che i chicchi di grandine sono diventati più importati, raggiungendo i 5 centimetri di diametro. Purtroppo, si sono intensificati anche i fulmini.
Seguendo la rotta prevista, due minuti dopo il decollo, ancora in fase di salita, il velivolo inizia a virare a sinistra, poco sotto il lago Maggiore, proprio mentre il fronte temporalesco si sposta verso est: il jet si muove in direzione della perturbazione. Alle 13 il volo DL185 — a 6.150 metri di quota e a 572 chilometri orari di velocità — si trova nel cuore del temporale e viene colpito da chicchi di grandine da 4 centimetri che danneggiano il muso, parte delle ali e dei motori e riescono a forare sinistramente uno dei finestrini sul lato del comandante.
Viene lanciato il codice “7700” e il messaggio “Sigmet”
In questi frangenti, vista la situazione drammatica, i piloti sono costretti a lanciare il codice “7700” che indica una situazione di emergenza in corso. Il rientro a Malpensa è reso impossibile dalle condizioni meteo e l’equipaggio decide di virare verso sud e si mantiene a una quota bassa (6.100 metri) fino a scendere a Roma Fiumicino alle 13.55 senza ulteriori problemi. Nel frattempo, alle 13.30 viene emesso un messaggio “Sigmet” che avvisa i piloti che si trovano nei dintorni dell’aeroporto lombardo della presenza di eventi meteo che potrebbero compromettere la sicurezza del volo.
I piloti intervistati dal “Corriere della Sera” si domandano come sia stato possibile che l’aereo decollasse. Le indicazioni fornite dal “Metar” non segnalavano particolari criticità in ambito aeroportuale, ma fanno notare anche che osservando le immagini fornite dal radar meteo a bordo del velivolo “si poteva vedere chiaramente” che lungo la rotta del volo Delta ci sarebbero stati grandine e fulmini.
Inoltre, gli stessi piloti intervistati dal “Corriere della Sera” si domandano come sia potuto accadere che il comandante statunitense non abbia “assecondato” l’indicazione del collega di easyJet che aveva liberato la pista poco prima “come avviene di solito“. E ipotizzano che tra i motivi potrebbe esserci anche la presenza di strumentazione non di ultimissima generazione.