Quattro mezzi aerei in azione, 170 sganci d’acqua effettuati, 80 squadre al lavoro da terra: sono questi i numeri della seconda giornata di lavoro sul Monte Morrone, interessato da ieri da un vasto rogo che ha replicato e rievocato l’incendio di sei anni fa. Il fronte del fuoco risulta gestibile e sotto controllo anche se lo stato di allerta non è cessato come conferma il direttore del Dipartimento Regionale di Protezione Civile, Mauro Casinghini.
“Cessiamo l’allerta – ha spiegato all’ANSA – quando siamo certi che non ci sarà alcuna ripresa. Al momento le condizioni atmosferiche non sono ancora migliorate come vorremmo. Sicuramente siamo di fronte ad una situazione di miglioramento grazie all’intervento dei nostri elicotteri e dei Fire boss che sono in azione”. La macchina delle operazioni si è messa in moto dalle sei del mattino, sfruttando le condizioni climatiche migliori, legate al sensibile calo delle temperature, con l’impiego di due elicotteri e due aerei Fire boss.
Il rogo potrebbe essersi generato da una ex cava collocata a Bagnaturo. In giornata è stato effettuato un ulteriore sopralluogo da parte dei carabinieri forestali di Sulmona, incaricati dalla Procura della Repubblica di seguire il filone investigativo. Da una prima ricognizione non sarebbero stati recuperati inneschi anche se si segue la pista del dolo. Sul posto è intervenuto anche il presidente del Parco della Maiella, Lucio Zazzara. Restano chiuse due strade mentre in località Badia è stata realizzata una linea tagliafuoco per mettere in sicurezza le abitazioni.
Si contano i danni sul Colle delle Vacche, messo a dura prova dall’incendio. Tiene il rifugio, simbolo di resilienza, ma l’alberatura e i tavoli posizionati lo scorso lunedì sono andati distrutti. “La strada realizzata sei anni fa è stata fondamentale e ci ha consentito di portare mezzi e moduli anticendio in quota”– conclude il direttore di Dipartimento, rimarcando l’importanza dell’intervento svolto nel 2017 in quella zona.