Non c’è solo il capitolo sulla gestione della migrazione nel memorandum d’intesa firmato a Tunisi tra l’Ue e il presidente Kais Saied. Anzi, se su quel lato l’obiettivo è ridurre al minimo la presenza di imbarcazioni di migranti che cercano di raggiungere le coste italiane, d’altra parte Bruxelles e Tunisi sono d’accordo per lavorare affinché il Mediterraneo si popoli a poco a poco di infrastrutture capaci di portare energia dal Maghreb in Europa.
Dei cinque pilastri su cui si reggerà il pacchetto di partenariato globale Ue-Tunisia, siglato ieri alla presenza della presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni e il presidente del Consiglio olandese Mark Rutte, ce n’è uno interamente dedicato alla transizione energetica verde. Perché, come sottolineato dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, “la Tunisia ha un enorme potenziale per le energie rinnovabili”.
L’Ue può mettere sul piatto la tecnologia necessaria per sviluppare un settore energetico nazionale, che possa trasformare la Tunisia in uno di quei “fornitori affidabili di energia pulita” di cui Bruxelles ha terribilmente bisogno per decarbonizzare la propria economia e diversificare le fonti energetiche. Una situazione, ha evidenziato von der Leyen, “win-win”. Il partenariato sull’energia prevede dunque la mobilitazione “su larga scala di strumenti finanziari mirati”, accompagnata da opportune riforme che portino a un quadro normativo “favorevole, trasparente, stabile e prevedibile” per attrare gli investimenti nel nascituro settore delle energie rinnovabili in Tunisia.
Che, nei piani di Bruxelles, sarà inoltre in grado di creare posti di lavoro di qualità per i cittadini tunisini. La prima grande prova sarà la realizzazione dell’interconnettore Elmed, che collegherà Italia e Tunisia attraverso un cavo elettrico sottomarino ad alta tensione e permetterà di trasportare energia elettrica dal Paese nordafricano in Europa. Il progetto, esaltato anche nel memorandum e su cui l’Ue investirà 307 milioni di euro nell’ambito dell’Interconnection in Europe Facility, “è solo l’inizio”. Un altro obiettivo prioritario nella cooperazione rafforzata tra le Ue e Tunisia sarà aumentare la resilienza del settore agricolo e del sistema alimentare. “Metteremo a disposizione competenze, condivideremo tecnologie, genereremo investimenti in questo settore critico”, ha annunciato la leader Ue.
Particolare attenzione alla gestione dell’acqua, essenziale par adattare le tecniche agricole a un clima sempre più secco: nel memorandum i partner si dicono pronti a lavorare per un’irrigazione agricola sostenibile, anche attraverso l’uso di acqua non idrica – piovana, salmastra e derivante da acque reflue trattate- e a sviluppare infrastrutture strategiche per la gestione e il trasferimento dell’acqua. Inoltre, per proteggere le già fragili risorse idriche di Tunisi, “si adopereranno per potenziare la produzione di idrogeno rinnovabile e dei suoi sottoprodotti, compresa l’ammoniaca”.