Alcuni ricercatori hanno realizzato uno studio su migliaia di pazienti e hanno individuato il gene che si ritiene legato alla condizione patologica del Long Covid. E’ la prima ricerca sui fattori di rischio genetici per questa sindrome e lo studio è stato pubblicato sulla rivista “Nature“. La ricerca riguarda in particolare una sequenza di DNA vicino a un gene chiamato “Foxp4“, attivo nei polmoni e in alcune cellule immunitarie e i dati sono stati raccolti da 6.450 persone affette da Long Covid in 16 paesi.
Il gene Foxp4 che potrebbe essere legato al Long Covid
Stéphanie Longet, immunologa dell’Università Jean Monnet di Saint-Étienne, in Francia ha sperimentato in prima persone questa sindrome e ha affermato che questi risultati rappresentano i “primi passi” per comprendere le cause di questa condizione sintomatologica dopo l’infezione del Covid-19. Per più di tre anni, l’iniziativa globale Covid-19 Host Genetics ha cercato sequenze di DNA associate al rischio di sviluppare una forma grave di Covid. Questa analisi sperimentale si è concentrata sui geni coinvolti nel sistema immunitario e nel consentire al virus Sars-CoV-2 di entrare nelle cellule.
Hugo Zeberg, genetista del Karolinska Institutet di Stoccolma e autore principale del preprint ha sostenuto che lo studio sul Long Covid è uno spin-off di quello sforzo. I dati raccolti sono stati raccolti da 24 studi che hanno coinvolto un totale di quasi 6.500 persone con diagnosi di Long Covid, e hanno riguardato più di un milione di altri partecipanti che hanno svolto il ruolo di controllo.
In un’analisi che ha combinato i dati di 11 di questi studi, i ricercatori hanno trovato una particolare regione del genoma associata a probabilità circa 1,6 volte superiori di sviluppare Long Covid. Quel segmento di DNA è vicino a un gene chiamato Foxp4, che è attivo nei polmoni e in altri organi. La variante legata al Long Covid è anche associata a una maggiore espressione di Foxp4 nelle cellule polmonari. E ricerche precedenti avevano collegato lo stesso gene a un aumento del rischio di un’infezione grave di Covid. Ma, osserva Zeberg, “questa variante ha un impatto molto più forte sul Long Covid rispetto al suo impatto sulla gravità“.