Maltempo nel Bolognese: “grandine come arance, centinaia di ettari distrutti” | FOTO

Il maltempo nel Bolognese ha colpito duramente le zone di Zola Predosa, Baricella, Galliera e San Pietro in Casale
grandine bolognese
MeteoWeb

Sono centinaia gli ettari colpiti dal violento fenomeno atmosferico di ieri tra Zola Predosa, Baricella, Galliera e San Pietro in Casale in provincia di Bologna. Il primo bilancio dei tecnici di Confagricoltura restituisce un quadro desolante: sono state compromesse da vento e grandine le coltivazioni di mais e soia, mentre la poca frutta che si era salvata dai temporali delle scorse settimane è andata persa. Inoltre, si registrano danni anche agli impianti: dai frutteti alle serre.  

La testimonianza di un imprenditore   

Eravamo in campagna e abbiamo rischiato grosso: in pochi secondi il cielo ha cambiato colore, diventando completamente nero. Dopo circa 30 secondi di acqua è venuto a grandinare con una violenza impressionante“, commenta l’ingegnere Paolo Cittadini di Cittagri Società Agricola, che possiede terreni tra Baricella, Galliera e Malalbergo. “I chicchi erano grandi quasi come arance, quando colpivano le colture erano delle piccole bombe: i danni sono stati ingenti. I miei 96 ettari di mais, ad esempio, sono stati letteralmente triturati dal ghiaccio caduto dal cielo. In precedenza, ero stato fortunato, ero riuscito a salvare un po’ di produzione dai frutteti, ma questa volta la grandine ha addirittura distrutto le reti di protezione: e questo la dice lunga sulla forza del fenomeno. Senza reti, la grandine è stata libera di rovinare frutta e alberi da frutto. Un disastro”. 

Il commento di Confagricoltura   

Quanto accaduto ieri pomeriggio è soltanto l’ultimo drammatico evento di un’annata davvero complicata per la nostra agricoltura – commenta Guglielmo Garagnani, Presidente di Confagricoltura Bologna – Il fenomeno atmosferico caratterizzato dai forti venti a raffica discendente si è palesato ancora una volta in maniera devastante colpendo terreni e strutture. Inutile dire che le nostre aziende sono allo stremo delle forze e che la loro fiducia sta incominciando a vacillare. Siamo infatti dentro ad una tempesta perfetta a cui, oltre agli eventi atmosferici, vanno aggiunti anche la crisi di mercato e una politica europea che non aiuta la nostra agricoltura. Insieme alle Istituzioni e agli enti preposti, è necessario quindi rivalutare totalmente la strategia da adottare per arginare gli effetti del cambiamento climatico, considerando che dovremmo abituarci sempre di più a questi scenari. Non vorremmo infatti che tutto questo diventasse una drammatica abitudine per l’intera filiera e che, una volta passata spenti i riflettori sull’accaduto, gli unici a pagarne le spese fossero gli agricoltori”. 

Cia Romagna: “altro duro colpo, cresce la frustrazione”

Il maltempo che ieri si è abbattuto sul territorio “ha causato danni ingentissimi coinvolgendo ancora una volta anche le imprese agricole, con pesanti danni alle strutture, ai capannoni e alle case, oltre che alle coltivazioni con vigne stese e frutteti a terra, così come girasoli e altre colture completamente stese e là dove sono ancora in piedi le piante molti frutti sono caduti a terra”. È quanto evidenzia Cia Romagna i cui vertici hanno svolto i primi sopralluoghi in alcune imprese agricole romagnole. “È un altro duro colpo alle imprese agricole e al territorio: nelle campagne romagnole – osserva il Presidente di Cia Romagna, Danilo Misirocchi – la frustrazione sta crescendo sempre di più. Mentre c’è ancora tanta indeterminatezza sul fronte degli aiuti per i danni dalle alluvioni, le stime sulla riduzione media della Plv che ipotizzavano circa un meno 40% potrebbero peggiorare ulteriormente a fronte dei nuovi eventi”.

A giudizio dell’associazione, la “tenuta delle imprese agricole, soprattutto di quelle piccole è sempre più critica. Alle molte aziende che stanno facendo i difficili conti con le conseguenze delle gelate tardive, della siccità, della grandine, e delle recenti alluvioni appunto, si aggiungono quelle colpite da quest’ultimo evento“. E, puntualizza Misirocchi, “in alcuni casi c’è chi deve affrontare gli effetti di tutti questi eventi messi insieme”.

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