Microalghe sulla cresta dell’onda (verde) nel Golfo di Napoli

I ricercatori della Stazione Zoologica Anton Dohrn svelano il mistero dell’acqua verde nel Golfo di Napoli
MeteoWeb

Da qualche giorno il litorale sul quale si affaccia la città di Napoli ha perso il suo caratteristico colore blu e l’acqua è diventata verde a causa di numerosissimi e innocui microorganismi. Secondo l’unità di tassonomia marina integrata della Stazione Zoologica Anton Dohrn, diretto dalla Dott.ssa Diana Sarno, si tratta di alghe microscopiche che vivono naturalmente in sospensione nell’acqua del mare.

Da una prima analisi al microscopio ottico abbiamo stabilito che si tratta di una specie appartenente al gruppo dei coccolitofori, Calyptrosphaera cf. sphaeroidea”, afferma Diana Sarno, sostenendo anche che l’identificazione precisa richiederà l’osservazione in microscopia elettronica. “Questi microrganismi sono caratterizzati da un rivestimento di placche di carbonato di calcio, per questo le loro fioriture sono visibili dai satelliti, e non si tratta di esseri noti per la produzione di tossine che invece caratterizza vari gruppi algali”, conclude Diana Sarno.

Le alghe microscopiche producono ossigeno e danno nutrimento ai pesci di cui ci nutriamo. Definiti in gergo come plancton vegetale, o fitoplancton, questi esseri microscopici talvolta possono diventare così numerosi da colorare l’acqua del mare. Le fioriture di fitoplancton sono un evento che si verifica regolarmente nel Golfo di Napoli, anche se con proporzioni più limitate. Tuttavia, dal momento che diverse specie di microalghe planctoniche possono produrre tossine dannose per gli esseri umani e per le attività economiche, è importante effettuare analisi tassonomiche dettagliate e regolari nel tempo”, afferma Diana Sarno.

La Stazione Zoologica conduce da quasi 40 anni uno studio dapprima quindicinale e poi settimanale, a partire dal 1984, del plancton che popola il Golfo di Napoli, all’interno della ricerca ecologica di lungo termine denominata MareChiara. Questa ricerca consiste nella raccolta di acqua a una distanza di circa due miglia a largo di Mergellina, nell’inventario della biodiversità invisibile mediante microscopi e nell’analisi delle proprietà fisiche e chimiche dell’acqua di mare, nonché nel rilevamento della direzione e dell’intensità della circolazione costiera.

I dati acquisiti in questo osservatorio ecologico integrato del mare condotto dalla Stazione Zoologica permetteranno nel prossimo futuro di capire cosa ha scatenato una “fioritura” così massiva del coccolitoforo che ha reso verde il mare in questa calda estate napoletana, con ogni probabilità il prolungato periodo di alta pressione, il conseguente ristagno delle acque sottocosta e l’elevata temperatura del mare.

Alghe nel Golfo di Napoli: la conferma di Arpa

Le analisi di laboratorio, svolte dall’Arpa Campania a seguito dei prelievi effettuati ieri nelle acque del Golfo di Napoli, hanno evidenziato la presenza di una fioritura fitoplanctonica di una microalga non tossica, appartenente al phylum Chlorophyta, classe Prasinophyceae. La colorazione verde dell’acqua di mare, nei siti dei prelievi, appare riconducibile a tale fioritura. I sopralluoghi – si spiega in una nota – per meglio comprendere il fenomeno della colorazione anomala delle acque del Golfo di Napoli, osservato in questi giorni in particolare da domenica 9 luglio, proseguono anche oggi in aggiunta alle attività di monitoraggio marino-costiero già calendarizzate.

Questa mattina nel corso delle attività di controllo sono stati rilevati lungo il litorale napoletano i parametri chimico-fisici della colonna d’acqua con l’ausilio di sonda multiparametrica (temperatura, salinità, clorofilla, ossigeno, torbidità, ph) per meglio caratterizzare lo stato dei tratti di mare interessati dall’evento critico in atto in questi giorni e già verificatosi in passato in concomitanza con particolari condizioni meteo-marine del periodo estivo. I dati direttamente rilevati a mare finora disponibili evidenziano in modo uniforme nell’intera area indagata valori particolarmente elevati dei parametri temperatura dell’acqua (superiore a 28°C) e clorofilla (con concentrazioni di diversi milligrammi metro cubo) nei primi strati superficiali delle acque marine, confermando – insieme ai primi dati analitici di laboratorio sulla presenza di fitoplancton – come causa dell’intorbidimento e dell’intensa colorazione atipica la presenza anomala di clorofilla, legata all’incremento della temperatura dell’aria e all’intensità della radiazione solare, effetto del regime di alta pressione di origine africana che ostacola il normale idrodinamismo e ricambio delle acque del Golfo impedendone il rimescolamento.

Le mappe elaborate dai servizi Copernicus dell’Unione europea d’altronde confermano la presenza anomala di clorofilla nel Golfo di Napoli con un marcato incremento sabato 8 e domenica 9 luglio. Su tutta la costa campana è in corso inoltre il monitoraggio ordinario delle acque di balneazione, con la determinazione dei parametri microbiologici Escherichia coli ed Enterococchi intestinali. I risultati, normalmente disponibili due giorni dopo lo svolgimento dei prelievi, vengono pubblicati sul sito dell’Agenzia nella sezione balneazione. Gli esiti di tutte le misure e le analisi svolte dai tecnici di Arpa Campania saranno resi disponibili appena elaborati.

Condividi