In un’intervista al quotidiano “La Stampa“, il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci ha affermato: “Continuiamo a ragionare con la mentalità di ieri ostinandoci a non capire che nulla è più come prima”. Prendere atto dei cambiamenti cli matici. Questo è l’invito del ministro per Musumeci: “Se il mondo attorno a noi cambia e noi restiamo fermi, continueremo a piangere i morti e ad assistere inermi alla devastazione del nostro territorio. Che per sua natura è fragile e vulnerabile. Continuiamo a ragionare con la mentalità di ieri, ostinandoci a non capire che nulla è più come prima”.
Musumeci ha aggiunto: “Quello che avviene nel Nord e nel Sud sono le due facce della stessa medaglia che si chiama: tropicalizzazione. La desertificazione, i nubifragi, le frane, le temperature elevate non si possono negare”. Il Ministro ha, però, specificato che “sarebbe un errore attribuirne gli effetti solo al cambiamento climatico. C’è di mezzo la mancata manutenzione, l’assenza di pianificazione e programmazione, la carenza di risorse, e non ultima la scarsa attenzione e responsabilità da parte del cittadino”.
Come affrontare l’emergenza al Nord e al Sud
E per scongiurare ripercussioni sul turismo, “in tutte le aree destinate al pubblico – sostiene Musumeci ai microfoni di “La Stampa” – diventa obbligatorio redigere un Piano di Protezione civile o di evacuazione. Per questo mi appello alle istituzioni ed ai soggetti pubblici e privati”. Sul caso specifico degli incendi, “se in tutti questi anni passati non è stata curata alcuna programmazione strutturale a livello nazionale, qualche domanda dovremmo farcela”, ha analizzato l’ex governatore della Sicilia, che difende il progetto del ponte sullo Stretto. “Il Ponte dell’Europa che nascerà tra le due sponde – dice – è una necessità infrastrutturale irrinunciabile per una nazione destinata ad essere il naturale pontile nel Mediterraneo che cambia”.