“Preoccupati per la risorsa idrica dobbiamo esserlo, e dobbiamo agire per strutturarci in modo più moderno, anche nei confronti del cambiamento climatico. Avere avuto un inverno con oltre 1,2°C oltre la media degli ultimi 50 anni, qualche significato ce l’ha. Gli effetti li abbiamo. Questo significa dover fare a livello nazionale una programmazione pluriennale di grandi opere di adattamento del territorio, oltre che di mitigazione“. Lo ha detto il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, a margine della due giorni dell’Anci “Missione Italia” a Roma. “Noi dobbiamo essere preoccupati dal fatto che abbiamo delle perdite sugli acquedotti che superano il 40% – ha aggiunto il Ministro -. Gli acquedotti italiani sono degli anni 50, 60 e 70. Abbiamo necessità di fare un piano di raccolta dell’acqua piovana: la Spagna raccoglie il 37% e noi raccogliamo l’11%. Negli ultimi 40 anni, non c’è più stata nel Paese una politica per creare invasi per il servizio idrico, per la parte irrigua e per l’energia. Pertanto non sono allarmato ma preoccupato nella misura in cui sappiamo che dobbiamo reagire, anche per fare fronte al cambiamento climatico. Faremo una programmazione pluriennale di grandi opere“.
Pichetto: “sul gas siamo abbastanza tranquilli per l’inverno”
“Abbiamo superato l’82% degli stoccaggi di gas. Abbiamo una situazione di discreta tranquillità in vista dell’autunno e dell’inverno. Se il prezzo del gas si mantiene su valori come quelli attuali, si può pensare di superare la fase carbone – ha aggiunto Pichetto -. Vuol dire portare al minimo la produzione elettrica da carbone, non eliminarla. Siamo in un momento in cui il quadro geopolitico non è fermo. C’è ancora una guerra, oscillazioni potrebbero sempre esserci”.
PNRR e RePower
Parlando di energia, Pichetto ha affermato: “io credo che il più grande aiuto che possiamo dare alle famiglie è quello di dotarci di quelle che sono le grandi infrastrutture che ci permettono di risparmiare e, automaticamente, avere i servizi per le famiglie che costano di meno. Il Paese deve cogliere l’occasione di PNRR, RePower e gli altri fondi che hanno natura sostanziale e strutturale come gli Fsc per crearsi veramente la rete, la spina dorsale, per far sì che i servizi costino meno per famiglie e imprese”, ha aggiunto. “RePowerEu, partendo adesso e avendo come scadenza la stessa del PNRR, 30 giugno 2026, riteniamo debba andare per infrastrutture che abbiano già una condizione di progettazione avanzata, di appaltabilità e quindi che possano immediatamente partire”.
“Sull’attuazione del PNRR, come Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica siamo avanti. I bandi sono stati quasi tutti completati. Il decreto sulle Comunità energetiche dovrebbe tornare a giorni da Bruxelles, quello sull’agrivoltaico dovrebbe tornare tra la fine di agosto e i primi di settembre”. Sul fronte del RePowerEu “siamo in fase di valutazione puntuale – ha proseguito Pichetto -. Poi si farà la sintesi con gli altri Ministeri per inserirlo nel PNRR”. Per Pichetto, “il RePower è partito nel 2022 e ha la stessa scadenza del Piano di ripresa e resilienza al 2026. I fondi devono andare a strutture con progettazione avanzata, già cantierabili”. Il nuovo strumento tuttavia “ci libera spazi sul PNRR e sui fondi di coesione per altre iniziative”. Sui progetti che devono essere finanziati con la 4/a rata del Piano “qualche rimodulazione la stiamo valutando – ha concluso Pichetto -, come spostamento delle opere sui fondi di coesione. Ma l’80% dei bandi sono già stati emessi”.