Commissione europea e Stati Ue non fanno abbastanza per la protezione dei suoli. Sono le conclusioni della Corte dei Conti europea nella relazione “Gli sforzi dell’Ue per la gestione sostenibile del suolo – Norme senza ambizione e misure poco mirate”. La relazione fa seguito a un’analisi secondo la quale il 60-70% dei terreni in Europa non è sano, in parte a causa dell’inadeguatezza delle pratiche di gestione del suolo e del letame. Né la condizionalità ambientale degli aiuti Pac, né le norme della direttiva nitrati adottata negli anni Novanta per limitare lo spandimento dei reflui zootecnici sono sufficienti, indicano gli auditors.
Il rischio, prosegue, è che anche le nuove misure verdi introdotte con la Pac attuale (2023‑2027), non invertano la tendenza, visto che solo una piccola parte dei fondi per lo sviluppo rurale viene impiegata dagli Stati per i suoli. La Commissione, inoltre, fatica ad avere una visione globale delle pratiche adottate nei vari paesi per rispettare gli obblighi in materia di gestione del letame, poiché i dati da questi forniti sono incompleti.
A causa di tali lacune, non si possono neanche calcolare medie per l’Ue. Inoltre, le deroghe riducono l’efficacia delle restrizioni all’uso del letame. Prova ne è il fatto che l’inquinamento del suolo è aumentato nelle aziende alle quali sono state concesse deroghe ai limiti di azoto.