“Dall’anno scorso, la zona della Marmolada e’ sotto strettissima osservazione”, ha spiegato Fabrizio De Blasi, glaciologo dell’Istituto di Scienze Polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche, a un anno dal tragico evento che ha coinvolto l’area del ghiacciaio. Il 3 luglio 2022, infatti, si sono staccate improvvisamente dal complesso della Marmolada, nelle Dolomiti, circa 64.000 tonnellate di acqua, ghiaccio e detriti rocciosi, dando origine ad una valanga che ha travolto e ucciso 11 alpinisti, mentre altri 7 sono rimasti feriti. “L’evento e’ stato definito dalla stessa procura tecnica come imprevedibile, in quanto non vi era, in Marmolada, ne’ una memoria storica di un evento simile, ne’ alcun sentore che potesse verificarsi qualcosa del genere”, ha affermato De Blasi.
“Nel corso di quest’anno -ha continuato De Blasi – sono stati fatti numerosi rilievi e sviluppati diversi progetti di ricerca per comprendere le cause del distacco”. “Tra i vari istituti che hanno contribuito alle attivita’ di ricerca, la provincia autonoma di Trento, attraverso vari servizi, ha consentito la realizzazione di questi progetti”. “Dall’anno scorso, la zona e’ stata interdetta almeno fino a ottobre e quest’anno e’ stato deciso di aprire le vie di salita al ghiacciaio, per arrivare sino Punta Penia con la via alpinistica che risale sul ghiacciaio sino al Dorso del Mulo”, ha continuato De Blasi. “L’ultima ordinanza della provincia di Trento, pero’, e’ quella di tenere chiuso il rifugio del ghiacciaio, a Pian dei Fiacconi, appena sotto la lingua glaciale”.
“L’idea e’ quella di attuare un programma intensivo per valutare attentamente qual e’ l’evoluzione dell’intero corpo glaciale della Marmolada, e non soltanto sulla piccola nicchia, gia’ staccata dal corpo principale, coinvolta nel crollo”, ha detto De Blasi. “Durante questo programma di monitoraggio, il CNR, assieme all’ Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha organizzato, febbraio, un rilievo radar per calcolare la profondita’ del ghiacciaio; sono state rilevate, da elicottero, diverse misure per capire quanto ghiaccio attualmente e’ presente in Marmolada e stiamo elaborando i dati proprio in queste settimane”, ha sottolineato De Blasi.
“Siamo in strettissimo contatto con la provincia di Trento per attuare il miglior programma di monitoraggio possibile; alla fine dell’estate parteciperemo a riunioni tecniche per definire le linee guida da applicare alle procedure per il controllo del ghiacciaio”, ha dichiarato De Blasi. “Vorremo usare il complesso glaciale della Marmolada come caso di studio, che faccia da campione, per applicare un programma di ricerca mirato anche in altri ghiacciai e sviluppare delle tecniche di monitoraggio diverse da quelle che sono state attuate sino ad ora”, ha concluso De Blasi.