Stop allo smog, per l’Ue benefici sette volte sopra i costi

I benefici della corretta applicazione della proposta della Commissione Ue sulla qualità dell'aria sarebbero "sette volte superiori ai costi"
MeteoWeb

I benefici della corretta applicazione della proposta della Commissione Ue sulla qualità dell’aria sarebbero “sette volte superiori ai costi”. Lo ha detto la direttrice per l’inquinamento zero e le città verdi della direzione generale Ambiente della Commissione europea, Veronica Manfredi, nel corso del Forum ANSA dedicato al tema dei nuovi limiti proposti dall’Ue per la qualità dell’aria e le richieste delle Regioni padane per obiettivi più pragmatici e realistici. “Oggi – ha spiegato Manfredistiamo pagando annualmente come società costi tra i 230 e 850 miliardi di euro l’anno per le difficoltà che creano le malattie generate dall’inquinamento dell’aria che vanno a impattare anche sulla produttività dei nostri settori economici, con circa 300.000 morti premature ogni anno“.

Nonostante la salute dei cittadini sia considerata una priorità condivisa, ci sono alcune Regioni europee che sono “molto preoccupate” dai nuovi limiti Ue, che prevedono l’obiettivo a lungo termine della neutralità climatica al 2050, con un traguardo intermedio al 2030. Lo ha spiegato il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, tra i capofila della battaglia delle regioni del bacino padano per chiedere più flessibilità per i territori con condizioni orografiche specifiche che rendono il raggiungimento di tali obiettivi “difficili se non impossibili”.

Un approccio più “realistico e pragmatico” è stato invocato anche dagli eurodeputati del centrodestra italiano, come spiegato dalla parlamentare europea leghista Gianna Gancia. “Abbiamo difeso l’articolo 18 della proposta dell’esecutivo Ue che prevede appunto un rilassamento dei tempi di applicazione dei limiti imposti dalla direttiva al 6% delle regioni europee che, per il loro carattere morfologico, avrebbero più difficoltà ad adattarsi ai nuovi parametri. Ma non siamo sicuri che ciò basti”.

Sul fronte opposto l’europarlamentare M5S Mariangela Danzì, la quale si è interrogata sull’adeguatezza degli obiettivi fissati rispetto alle sfide poste. Ma ha anche espresso perplessità sugli strumenti messi a disposizione, a livello Ue e nazionale, per affrontarle. Il voto all’Eurocamera sulla revisione della direttiva era previsto alla plenaria di luglio, ma la maggioranza ha deciso di spostarlo a settembre. Nel frattempo, le amministrazioni locali – come sottolineato dalla consigliera comunale di Monza Sarah Brizzolara – chiedono più risorse per applicare le norme Ue ai territori e sensibilizzare i cittadini sul tema. Ed anche che lo Stato vari al più presto i decreti attuativi per il ricoscimento delle comunità energetiche locali.

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