Le tempeste solari e la grande “apocalisse di internet”: la paura corre sui social

La disinformazione ha fatto riaffiorare le preoccupazioni sulla cosiddetta "apocalisse di Internet", ecco cosa c'è di vero
MeteoWeb

Nonostante quanto si legge su alcuni post virali sui social, non c’è nessuna “apocalisse di Internet” all’orizzonte. Le preoccupazioni per una catastrofe del genere hanno iniziato a diffondersi sulle piattaforme social non molto tempo dopo che uno studio del 2021 intitolato “Solar Superstorms: Planning for an Internet Apocalypse” suggeriva che una grande tempesta solare potrebbe danneggiare gravemente i cavi, in particolare quelli sottomarini che connettono continenti, essenziali per la rete internet globale. Lo studio è stato presentato ad una conferenza sulla comunicazione nel 2021, ma deve ancora essere pubblicato su una rivista sottoposta a revisione paritaria.

La verità sulla “apocalisse di Internet”

La scorsa settimana, la disinformazione ha dato nuova vita alle preoccupazioni sulla cosiddetta “apocalisse di Internet“, facendo diventare virali affermazioni infondate su un’imminente tempesta solare che scatenerà un’interruzione globale di Internet entro il prossimo decennio e su come la Parker Solar Probe della NASA, che è stata lanciata nel 2018 per studiare da vicino il Sole e il meteo spaziale, può salvare Internet dalla “morte per tempesta solare”.

Ecco di seguito le 3 fake news che sono diventate virali su YouTube, TikTok, Twitter, Reddit e Instagram.

La NASA non ha emesso alcun avviso sulla “apocalisse di Internet”

Circola sui social un inesistente allarme della NASA su un’imminenteapocalisse di Internet“. La maggior parte dei post fake si riferisce a un articolo pubblicato dall’agenzia spaziale a marzo sul suo impegno per la previsione delle tempeste solari grazie all’intelligenza artificiale. Né in quell’articolo, né altrove sul suo sito web, la NASA ha usato l’espressione “apocalisse di Internet”. Il termine deriva dal suddetto studio del 2021, il cui l’unico autore, Sangeetha Abdu Jyothi, ha recentemente dichiarato al Washington Post di essersi pentita di aver usato la frase e che il suo articolo “ha ricevuto troppa attenzione“.

I timori online sono amplificati anche da una ricerca peer-reviewed dell’inizio di quest’anno che ha mostrato che il Sole potrebbe arrivare al picco della sua attività attuale nel 2024, un anno prima di quanto previsto in precedenza. Mentre gli scienziati, infatti, si aspettano che si verifichino grandi tempeste solari dopo che l’attività solare avrà raggiunto il suo picco, non ci sono prove a sostegno delle voci secondo cui la prossima grande tempesta solare causerà la fine di Internet.

Gli effetti delle grandi tempeste solari sulle reti elettriche e sui sistemi di comunicazione sono ben documentati, quindi è “bene essere cauti ed eseguire un monitoraggio e una valutazione continui del sistema Sole-Terra e del sistema eliosferico,” ha spiegato a Space.com Vishal Upendran, ricercatore associato presso il Lockheed Martin Solar and Astrophysics Laboratory in California. Tuttavia, ha aggiunto, “sono necessari ulteriori studi per fare affermazioni forti sulla forza delle tempeste solari“.

Gli scienziati non hanno previsto una tempesta solare mortale nel luglio 2025

Nonostante una miriade di affermazioni su come il Sole potrebbe uccidere il pianeta, non ci sono previsioni scientifiche su una tempesta solare mortale che si verificherà nel 2025.

Prevedere la gravità dei danni che le tempeste solari potrebbero causare sulla Terra è complicato, secondo Upendran. Ad esempio, mentre il Sole si avvicina al suo picco di attività magnetica, le strutture sulla sua superficie diventano sempre più complicate, rendendole difficili da incorporare nei modelli. Inoltre, i brillamenti solari sono strutture 3D che interagiscono con il sistema del campo magnetico terrestre, anch’esso una struttura 3D, in modi che non sono completamente compresi e quindi difficili da incorporare nei modelli.

Sono sistemi complessi e sarebbe improprio fare una dichiarazione forte sul verificarsi di eventuali supertempeste,” ha dichiarato Upendran a Space.com. Lo scienziato e il suo team hanno sviluppato un modello di intelligenza artificiale che utilizza i dati satellitari sul vento solare per generare previsioni di tempeste solari fino a 30 minuti prima che si verifichino. “Il principale punto di forza del nostro modello è che può fornire previsioni in pochi secondi e risultati ogni minuto con un orizzonte temporale di 30 minuti,” ha affermato. Il team spera che il modello fornisca un preavviso sufficiente per gli operatori satellitari, i gestori della rete elettrica e le società di telecomunicazioni per portare i loro sistemi offline temporaneamente o per spostare i satelliti su orbite più sicure per ridurre i danni, se possibile.

Tali previsioni potrebbero essere utili durante l’aumento dell’attività solare: secondo le previsioni ufficiali della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) avverrà nel luglio 2025. In quel momento l’attività magnetica del Sole che dà origine a macchie solari e brillamenti raggiungerà la sua massima intensità, ma non ci sono stime ufficiali sui danni che le tempeste solari potrebbero causare quando arriverà quel momento.

La Parker Solar Probe non è un diversivo

È circolata grande disinformazione anche sulla sonda Parker: secondo quanto si legge sui social, la NASA starebbe usando la sua missione Parker Solar Probe per salvare Internet, come facciata per supportare “The Great Reset”, iniziativa politica globale del World Economic Forum per aiutare l’economia a riprendersi dalla pandemia di COVID, incorporata in innumerevoli teorie del complotto.

Ciò significa che non saremo in grado di connetterci gli uni con gli altri, di chiamarci, di andare su Internet e molto altro,” ha affermato una persona in un video virale su Facebook, secondo un servizio di fact-checking chiamato PolitiFact.com. “Ciò significa anche che possono eseguire The Grande Reset in silenzio senza che nessuno lo sappia“. Il video è stato segnalato da Facebook come fake news e da allora è stato rimosso.

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