Un caso eccezionale. Unico. Nei giorni scorsi è stata fatta partorire una donna con una gravidanza in utero erniato, ovvero all’interno di una grande ernia, al di fuori della cavità addominale. Uno straordinario lavoro di équipe, che ha coinvolto ginecologi, ostetriche, chirurghi generali, radiologi e anestesisti della Città della Salute di Torino, ha permesso di risolvere un caso ad alto rischio, di utero totalmente all’interno di una grande ernia attraverso la parete addominale in una donna alla sua quinta gravidanza.
Alcuni giorni prima del parto, la donna di 43 anni (della provincia di Cuneo) era stata ricoverata all’ospedale Sant’Anna di Torino, presso la Ginecologia e Ostetricia universitaria 1 (diretta dalla professoressa Chiara Benedetto), per essere sottoposta ad un’attenta valutazione multidisciplinare. L’esecuzione di una Risonanza Magnetica, eseguita dalla Dottoressa Donatella Tota, aveva permesso di confermare il sospetto clinico di un’ampia ernia della parete addominale complicata dalla presenza dell’utero gravido all’interno del sacco erniario al di fuori dell’addome.
Vista l’eccezionalità del caso clinico, si è reso necessario pianificare l’espletamento del parto con estrema accuratezza, sfruttando i più recenti mezzi tecnologici a disposizione, allo scopo di tutelare sia la salute materna che quella fetale.
L’équipe ginecologico – ostetrica, composta dalla Professoressa Chiara Benedetto, dal Professor Luca Marozio e dal Dottor Maurizio Giarola, ha eseguito il taglio cesareo alla trentasettesima settimana di epoca gestazionale, avvalendosi di un controllo ecografico intra-operatorio per garantire la nascita in sicurezza della bambina (2240 gr) e la preservazione dell’utero, nonostante la difficile situazione anatomica. Si è altresì provveduto, in collaborazione con l’équipe di chirurghi generali, composta dal Dottor Francesco Moro e dal Dottor Luca Grasso, alla contestuale ricostruzione della parete addominale della neomamma, mediante l’utilizzo di una protesi biologica, al fine di ridurre al minimo il rischio di complicanze.
Dopo un breve ricovero presso la Terapia intensiva (diretta della Dottoressa Simona Quaglia), per un monitoraggio attento dei parametri vitali e delle condizioni cliniche, la neomamma ha proseguito la degenza nel reparto di Ostetricia (diretto dalla professoressa Chiara Benedetto) ed è stata dimessa dopo 6 giorni, visto il decorso privo di complicanze e le ottime condizioni della neonata, seguita presso la Neonatologia universitaria (diretta dalla professoressa Alessandra Coscia).
“Si tratta dell’ennesimo intervento miracoloso che ha permesso di salvare mamma e neonata. Ancora una volta la Città della Salute di Torino conferma di essere un’eccellenza a livello piemontese ed italiano in tutti i campi della sanità. Complimenti al lavoro sinergico delle numerose équipes che hanno partecipato a questo straordinario intervento multispecialistico”, afferma il Direttore generale della Città della Salute di Torino, Dottor Giovanni La Valle.
In tutto il mondo, in più di 50 anni, sono stati descritti solo 16 casi di gravidanze a termine in un utero erniato al di fuori dell’addome. E non tutte con un buon esito. In base a quanto risulta dai report scientifici, questo è il primo caso gestito con successo in una donna ad alto rischio ostetrico e chirurgico, considerati i precedenti quattro tagli cesarei e le importanti comorbilità associate, che hanno anche indotto a correggere l’ampia porta erniaria con l’innovativo inserimento di una protesi biologica.
“Tanta paura ma sono una guerriera”
“Quando mi sono presentata in ospedale, nel giorno stabilito, i sanitari hanno notato subito che qualcosa non andava. Hanno fatto le analisi, hanno messo a fuoco il problema, me ne hanno parlato e ho avuto tanta paura. Pensavo ai miei quattro figli. Cosa ne sarebbe stato di loro? Ma sono una guerriera, una combattente, e non amo piangermi addosso. E alla fine è andato tutto bene“. A parlare con l’ANSA è la signora Nicole, la donna di 43 anni residente in provincia di Cuneo che ha partorito a Torino dopo una gravidanza con utero erniato considerata ‘ad altissimo rischio’. Nicole (moglie di un militare con una lunga esperienza di missioni all’estero) ha così dato alla luce una bimba che è stata chiamata Vittoria. La coppia ha altri quattro figli di 2, 8, 13 e 16 anni. “I medici – commenta – sono stati uno migliore dell’altro. Persone speciali. E ringrazio anche l’ostetrica che non mi ha mai lasciata sola nemmeno per un attimo”.