La saga della fosfina continua. Nel settembre 2020, un team di scienziati guidato da Jane Greaves dell’Università di Cardiff, in Galles, ha segnalato il rilevamento di fosfina, un possibile indicatore di vita, nelle nubi di Venere. L’annuncio ha scatenato un acceso dibattito e un’ondata di studi successivi, che però, in linea di massima, non sono riusciti a individuare l’intrigante molecola nell’atmosfera venusiana.
Ora c’è una nuova svolta. In occasione del National Astronomy Meeting 2023 della Royal Astronomical Society a Cardiff questa settimana, Greaves ha rivelato la scoperta della fosfina più in profondità nell’atmosfera di Venere rispetto alla precedente rilevazione. Utilizzando il James Clark Maxwell Telescope (JCMT) presso l’Osservatorio Mauna Kea alle Hawaii, Greaves e i suoi colleghi hanno scandagliato l’atmosfera di Venere, fino alla cima e persino al centro delle nuvole del pianeta. Il team ipotizza che la molecola potrebbe provenire dal basso nell’atmosfera di Venere. Come ha sottolineato Greaves, però, la vera domanda è: cosa significa la fosfina? Potrebbe essere la prova della vita aliena su Venere?
Greaves ha affermato che, sulla Terra, la fosfina è generata da microrganismi che vivono in un ambiente a bassissimo contenuto di ossigeno. Ha spiegato che la generalmente non viene prodotta in altri modi sul nostro pianeta, poiché la Terra manca di un’abbondanza di idrogeno “libero”. Ciò suggerisce che la fosfina, se rilevata su altri mondi, è una potenziale firma biologica.
Ecco perché la presunta scoperta della fosfina di Venere ha suscitato tanto scalpore 3 anni fa. Il pensiero della vita sul “pianeta gemello” della Terra non è poi così azzardato come si potrebbe pensare: mentre la superficie di Venere è incredibilmente inospitale, raggiungendo temperature intorno ai 475°C, le condizioni a circa 50 km tra le nuvole sono molto più temperate e simili a quelle della Terra. Tuttavia, anche se c’è fosfina nell’atmosfera venusiana, non significa necessariamente che il pianeta ospiti la vita. Potrebbero anche essere i processi abiotici, alcuni dei quali non comprendiamo appieno, a generare tale moelcola su Venere. “C’è una grande scuola di pensiero secondo cui è possibile produrre fosfina lanciando rocce contenenti fosforo nell’alta atmosfera e in qualche modo erodendole con acqua, acido e roba del genere e ottenendo gas fosfinico,” ha affermato Greaves.
La rilevazione della fosfina nel 2020
Il rilevamento iniziale della fosfina è avvenuto 3 anni fa da parte della squadra di Greaves, e da quel punto in poi si è scatenata la caccia nell’atmosfera di Venere. La decisione di indagare il pianeta è il risultato dello studio di altri mondi del Sistema Solare come Saturno e del miglioramento della tecnologia dei telescopi che ha permesso di sondare le atmosfere di pianeti più piccoli.
“Ricordavo vagamente che Venere dovrebbe avere questo potenziale habitat nelle nuvole alte, che è anaerobico, e alla fine abbiamo avuto tempo con il telescopio, quindi ho pensato: ‘Perché non diamo un’occhiata molto veloce e vediamo se ci sono dei fosfati nelle nuvole di Venere, un analogo delle cose che vivono sulla superficie della Terra?’“, ha detto Greaves. “Sorprendentemente, li abbiamo trovati e si è scatenato l’inferno!”
Il potenziale rilevamento ha scatenato una raffica di ricerche di follow-up, alcune delle quali sono state condotte da team composti da scienziati coinvolti nel rilevamento iniziale della fosfina, che non sono poi riusciti a scoprire la molecola. Queste nuove scoperte di Greaves e del suo team probabilmente richiederanno ulteriori indagini di follow-up.
Il dibattito potrebbe essere risolto in un futuro non troppo lontano, poiché Venere è emersa come una priorità per la scienza planetaria e l’astrobiologia. Ad esempio, 2 missioni della NASA, chiamate VERITAS e DAVINCI, e l’orbiter europeo EnVision dovrebbero essere lanciati verso il pianeta nel prossimo decennio. DAVINCI trasporterà una sonda che studierà da vicino l’atmosfera venusiana mentre si tuffa attraverso di essa.