L’Italia rischia un Medicane – Uragano Mediterraneo – tra domenica sera e lunedì. La tempesta, posizionata tra la Liguria, la Corsica e la Toscana, alimenterà maltempo violentissimo in tutto il Paese. Gli ultimi aggiornamenti dei modelli sono impressionanti e i forti temporali che ieri sera e la scorsa notte hanno colpito il Nord/Ovest con grandinate molto violente sono stati soltanto un primo leggero antipasto di quello che succederà nei prossimi giorni.
Nelle mappe sinottiche del modello europeo ECMWF possiamo osservare molto bene quale sarà la traiettoria del Ciclone in arrivo sull’Italia: dapprima sprofonderà nel Mediterraneo occidentale, sul Nord/Est della Spagna, spostandosi poi nella serata di domani – domenica 27 agosto – anche sul Nord Italia, dove si verificheranno i fenomeni più estremi:
Entrando meglio nel dettaglio sul maltempo in arrivo nelle prossime ore, massima attenzione già a stasera. Nel pomeriggio si formeranno i primi forti temporali che da Francia e Svizzera si estenderanno al Nord Italia, colpendo in modo molto intenso la Valle d’Aosta, il Piemonte e la Lombardia. Avremo violentissimi nubifragi con oltre 130mm di pioggia e grandine grossa soprattutto nella Lombardia nord/occidentale. Alto rischio di rinvio per la pioggia torrenziale le partite di serie A Monza-Empoli, in programma alle ore 18, e Milan-Torino, in programma per le 20:30, e di serie B Como-Reggiana in programma alle 20:30. Attenzione alla grandine, che cadrà in modo distruttivo con chicchi enormi per i contrasti termici dopo il gran caldo dei giorni scorsi.
Domani, domenica 27 agosto, il maltempo diventerà ciclonico e non più soltanto convettivo. Nella notte e nelle prime ore del mattino la tempesta determinerà una grave recrudescenza del maltempo con temporali violentissimi in tutto il Nord/Ovest, oltre che su Francia e Svizzera. Temporali molto intensi colpiranno Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria e Lombardia, estendendosi nel corso della mattinata di domenica anche al Trentino Alto Adige e all’Emilia. I fenomeni più estremi saranno ancora una volta in Lombardia, dov’è alto il rischio di tornado distruttivi soprattutto in Brianza, ma attenzione anche a Genova dove si verificheranno piogge torrenziali e trombe d’aria.
Nel pomeriggio-sera di domenica il maltempo inizierà ad estendersi anche al resto d’Italia, seppur in modo lento e graduale, coinvolgendo la Sardegna, la Toscana e il Nord/Est, ma i fenomeni più intensi persisteranno al Nord/Ovest e in modo particolare su Lombardia, Piemonte, Liguria e alta Toscana. Sarà una domenica terribile con località che supereranno i 250mm di pioggia giornalieri: inevitabile conseguenza saranno frane, smottamenti, inondazioni e danni molto gravi anche per il forte vento che accompagnerà queste tempeste, oltre alle furiose mareggiate lungo le coste.
Proprio in questa fase avremo un picco di bassa pressione di 996hPa sul Golfo Ligure, un ciclone molto profondo e insolito per il mese di agosto. E’ qui che si potrebbe formare il Medicane:
Al Centro/Sud, invece, sarà ancora una domenica tipicamente estiva, anzi, farà caldo con temperature in ulteriore aumento per il picco pre-frontale che il ciclone spingerà dal nord Africa verso il meridione. Niente di estremo o esagerato, ma la temperatura raggiungerà facilmente i +35°C in molte località:
Sarà dopodomani, lunedì 28 agosto, il giorno in cui la tempesta si estenderà al resto d’Italia. Le temperature crolleranno rapidamente, anche al Centro/Sud nel pomeriggio-sera, piombando in poche ore di 15°C verso il basso e raggiungendo valori pienamente autunnali, ben inferiori rispetto alle medie del periodo. Il maltempo, inoltre, si estenderà al Nord/Est, alle Regioni tirreniche nella loro totalità e anche al Sud, con forti temporali nella Calabria tirrenica e in Sicilia. Attenzione soprattutto al Nord/Ovest dove almeno fino a mercoledì non è previsto alcun miglioramento: continuerà a piovere per 4-5 giorni consecutivi in modo torrenziale, con il rischio di gravi alluvioni per le piene dei fiumi principali. Il maltempo persisterà per tutta la settimana, in modo particolare al Centro/Sud. La prossima sarà una settimana tipicamente autunnale: l’estate è ormai al capolinea.
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Cosa sono i Medicane, o “TLC”: alla scoperta degli “Uragani Mediterranei”
Alcune particolari perturbazioni che colpiscono il Mediterraneo vengono classificate tecnicamente con il termine di “TLC”, o “Tropical Like Ciclones”. In gergo meteorologico li chiamiamo “Medicane“, gli Uragani Mediterranei. Per caratteristiche interne e per forza i “TLC” non hanno nulla da invidiare ai classici cicloni tropicali (che vengono chiamati “Uragani” nell’oceano Atlantico, “Tifoni” nell’oceano Pacifico e “Cicloni” nell’oceano Indiano, ma sono lo stesso identico fenomeno) che sferzano il settore tropicale dell’Atlantico, il Pacifico e l’oceano Indiano. Essendo caratterizzati internamente da un “cuore caldo”, ben presente soprattutto nei bassi strati, i “TLC” si differenziano notevolmente dai più comuni cicloni extratropicali che si formano continuamente tra l’Europa e il bacino del Mediterraneo (le classiche ondate di maltempo), e sono molto più violenti. I Medicane hanno solitamente una estensione molto più limitata, ma attorno al profondo minimo barico riescono a conservare una grandissima potenza che spesso si traduce con una intensa attività convettiva al centro, dove si possono celare dei sistemi temporaleschi particolarmente attivi, e da venti molto forti e turbolenti, spesso sotto forma di tempesta anche se il “Fetch” non raggiunge mai grandi estensioni concentrandosi proprio a ridosso dell’occhio. Un’altra caratteristica dei “TLC” è rappresentata dalla loro grande “barotropicità”, tipica delle perturbazioni tropicali, al contrario delle depressioni extratropicali delle medie latitudini che sono caratterizzata da “baroclinicità”. Questi profondi vortici ciclonici tropicali mediterranei si formano molto spesso nella stagione autunnale, fra Agosto e il mese di Gennaio, più frequentemente tra Settembre e Dicembre, nel periodo dell’anno in cui le temperature delle acque superficiali dei mari mediterranei raggiungono i massimi valori, anche con picchi di +27°C +28°C anche intorno all’Italia, come accaduto appunto quest’anno.
Come si formano i “Medicane”, gli Uragani Mediterranei
Tutto dipende dall’energia termica accumulata sul mare. I mari cosi caldi, con i primi transiti di masse d’aria instabili in quota e il passaggio della “Jet Stream“, divengono delle fucine temporalesche, con la genesi di grossi nuclei temporaleschi come gli “MSC” (mesoscale convective system), sistemi temporaleschi a mesoscala, che interagendo in aree dove sono in atto significative avvezioni di vorticità positiva alle quote superiori della troposfera possono successivamente evolvere in sistemi ciclonici a cuore caldo, e di tipo tropicale, apportatori di precipitazioni torrenziali, in grado di scatenare degli eventi alluvionali lungo le aree colpite, scaricando anche oltre 400–500mm di pioggia nel giro delle 24 ore. Non per caso parte degli eventi alluvionali che hanno sconvolto negli ultimi anni il nostro paese o altre nazioni dell’area mediterranea sono da attribuire al passaggio di questo tipo di perturbazioni dalla struttura tropicale. Più rari ma non impossibili i casi in cui dei sistemi a cuore freddo, come un semplice “CUT-OFF” in quota o un vecchio ciclone extratropicale, riescono a tramutarsi in sistemi a cuore caldo, acquistando spiccate caratteristiche tropicali.
Che differenza c’è tra i “Medicane” e le normali perturbazioni?
Gli effetti di un “Medicane” nel Mediterraneo: sono tempesta potenti come gli Uragani oceanici fino alla 1ª o 2ª categoria della scala Saffir-Simpson
Con quale frequenza di formano i Medicane?
Medicane: i precedenti storici più significativi in Italia
I Medicane più violenti della storia in Italia: “Cornelia” nel 1996, “Celeno” nel 1995 e “Zeo” nel Dicembre 2005
Andando indietro di un anno nel Gennaio del 1995 fu la volta del “Medicane Celeno”, uno dei pochi casi studiati di “Mediterranean Hurricane”, seppur con mille difficoltà. “Celeno” si formò in mezzo al Mar Ionio, fra Grecia e Sicilia, il 14 Gennaio 1995. Giorno 15 Gennaio, la nave di ricerca Meteor, si trovava molto vicino alla tempesta, qui gli studiosi riuscirono a misurare raffiche di vento talmente forti da lambire i 135-140 km/h, ossia 1^ categoria della Saffir-Simpson, mentre il barometro a bordo segno un valore di 975 hpa al livello del mare, cifra impressionante. Fu impossibile per i ricercatori della Meteor lanciare dei palloni meteorologici causa la violenza del fortunale in corso. Il 16 Gennaio il ciclone “Celeno” spostandosi verso est si rafforzerà ulteriormente, con venti stimati sui 140-150 km/h, rimanendo fortunatamente in azione in mare aperto sul Mediterraneo centro-orientale. Il giorno dopo “Celeno” muovendosi verso sud-sud/est tenderà rapidamente a perdere potenza prima di fare il “landfall” definitivo sulla costa libica, con venti di tempesta a 100 km/h che hanno prodotto furiose mareggiate e tempeste di sabbia sulle zone interne (non si hanno notizie di vittime da parte delle autorità libiche, ma i danni materiali furono ingenti).
Tra i più recenti “Medicane” “Zeo” fu uno dei più violenti nel Dicembre 2005. Si formò tra Canale di Sicilia e mar Libico dall’evoluzione di un potente “MSC” e portò forti venti orientali e piogge alluvionali con vittime sulla Sicilia, malgrado il suo occhio era posizionato più vicino alle coste africane. “Zeo” poi proseguirà la sua corsa su tutto il Mediterraneo centro-orientale sfiorando dapprima le coste libiche e l’isola di Creta con furiose tempeste di vento fino a 100 km/h. La tempesta effettuerà il “landfall” definitivo lungo le coste dell’Asia minore come una tempesta tropicale.
E’ vero che questi fenomeni stanno diventando sempre più frequenti e che entro pochi decenni anche nel Mediterraneo ci saranno gli Uragani?
Gli Uragani nel Mediterraneo, come abbiamo appunto avuto modo di vedere, ci sono sempre stati. Si chiamano “Medicane”, ne stiamo ampiamente parlando in quest’articolo e la storiografia di alcuni tra i Paesi più antichi del mondo (Italia, Grecia, Turchia, Israele, Giordania, Egitto) è zeppa di documenti storici anche antichi che ne certificano l’esistenza persino in tempi antichi. Ovviamente in un mare chiuso e in area temperata come il Mediterraneo è estremamente difficile che si possano verificare Uragani violenti come quelli delle acque tropicali oceaniche, ma è anche vero che esistono numerosi studi scientifici che hanno dimostrato come entro 70-80 anni questi fenomeni diventeranno sempre più frequenti e anche intensi a causa dell’aumento delle temperature che provocherà anche un aumento delle temperature del mar Mediterraneo. Ed è un’ipotesi assolutamente plausibile, anzi: già negli ultimi anni questi fenomeni sono in aumento e ormai ad ogni autunno si verificano intorno all’Italia e sulle coste degli altri Paesi mediterranei. Probabilmente non bisognerà attendere 70-80 anni: dovremmo già abituarci a vivere l’autunno come la nostra “stagione degli Uragani”, esattamente come accade nelle zone tropicali.