Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini ha ribadito ancora una volta come sia fondamentale fare presto per affrontare i danni causati alle colture dall’alluvione in Romagna di maggio scorso: il fattore tempo è per l’agricoltura più importante che altri comparti. L’associazione ha anche sollecitato le istituzioni anche per quei famosi 20mila euro che dovevano arrivare, come misura una-tantum, a tutte le aziende colpite. Luca Gasparini, direttore di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini ha dichiarato: “Sarà un Ferragosto amaro per tanti agricoltori: la politica va in vacanza ma in campagna i problemi si aggravano giorno dopo giorno, i conti non tornano e le aziende agricole sono davvero in carenza di ossigeno. Dall’alluvione di maggio ad oggi ci sono state solo tante spese da affrontare e mancati guadagni per le produzioni decimate, tutto ciò pregiudica la tenuta del sistema. Le imprese del settore primario hanno bisogno di liquidità, qui e ora, non di promesse: la speranza era di vedere qualche euro prima di agosto, ma l’attesa continua, e se un mese in più a Roma sembra poca cosa, in Romagna è un incubo che prosegue e di cui, purtroppo, ad oggi non si vede la fine”.
Gasparini ha aggiunto: “Ci sono ancora tante, troppe, incognite sui ristori post alluvione. Di certo c’è solo un fatto: le imprese agricole non hanno potuto vendere le loro produzioni come programmato perché travolte da acqua, fango e dalle frane; mentre quelle scampate dall’alluvione hanno dovuto fare i conti con gelate, grandine, vento, attacchi di insetti e di fitopatie. E’ un’annata nefasta: raccolti ai minimi e un mercato in difficoltà che non remunera come sperato i pochi volumi salvati, che sia ortofrutta o colture estensive come quelle cerealicole. I bilanci aziendali si stanno appesantendo, perché nel frattempo restano tutti gli adempimenti e le ingenti spese per il ripristino dei campi alluvionati o dei danneggiamenti alle strutture aziendali“.
I danni alle colture dell’alluvione in Romagna
Gasparini ha continuato: “In campagna gli imprenditori agricoli hanno messo mano alle loro riserve per cercare di non pregiudicare il futuro delle loro aziende, confidando in un aiuto dello Stato davanti a un fenomeno dalla portata storica. Ad oggi non è ancora chiaro come arriveranno questi aiuti e in che misura saranno coperti i danni: ci sono solo 100 milioni sul fondo Agricat; mentre la legge nazionale 102/2004 ha storicamente liquidato non più del 40% delle produzioni perse per avversità atmosferiche“.
Gasparini ha detto anche: “Ma le nostre aziende hanno subito anche danni alle strutture e ai macchinari, come verranno coperti? Agricat definisce valori indice per la definizione delle perdite economiche e dei risarcimenti erogabili che, per esigenze di bilancio, vengono poi erogati solo in una minima percentuali. Visto che dal Governo sono arrivate promesse di ristori completi ai danni degli agricoltori, ci aspettiamo quanto meno la liquidazione dei valori indice. Avrebbero rappresentato un segnale e un piccolo aiuto per mettere in atto i primi interventi.”
L’importanza di fare presto per le imprese agricole
Il direttore di Confargricoltura ha dichiarato, inoltre: “Tra l’altro questa misura doveva essere portata avanti dalla Protezione civile regionale nella fase di emergenza. Ora la ricostruzione è in mano al Commissario Figliuolo a cui chiediamo, come abbiamo già fatto con la politica, celerità: non amiamo gli allarmismi, è una richiesta che facciamo con il cuore in mano e un groppo in gola, ma la situazione è davvero al limite perché il nostro comparto è stato colpito su più fronti. Gasparini ha, infine, concluso: “Durante l’emergenza Covid lo Stato è intervenuto con decreti che hanno assicurato risorse in tempi rapidi: per il nostro territorio ciò che è accaduto è peggio della pandemia, ecco perché serve intervenire qui e ora”.