Il ministro dell’Ambiente del Brasile, Marina Silva, ha dichiarato che il mancato consenso dei Paesi amazzonici su un impegno concreto all’obiettivo della “deforestazione zero” esiste da parte della società civile e della scienza e che verrà incluso in un secondo documento finale del vertice dei Paesi dell’Organizzazione per il Trattato di Cooperazione Amazzonica (Otca) in corso a Belém. Il ministro Silva ha annunciato durante il programma radiofonico “Boom Dia”: “Questo vertice avrà due annunci: il comunicato congiunto degli otto Paesi (Brasile, Bolivia, Colombia, Ecuador, Guyana, Perù, Surinam e Venezuela) e il comunicato congiunto della società, che servirà da impulso per i governi. Tutto ciò che non è stato ancora possibile stabilire dal punto di vista dei governi è già un consenso dal punto di vista della scienza e della società“.
L’assenza di un obiettivo concreto nella Dichiarazione di Belém, secondo il ministro Silva “fa parte di un processo negoziale” e che “nessuno può imporre la sua volontà a nessuno“. Comunque, Silva ha sottolineato che “tutti i Paesi concordano sul fatto che l’Amazzonia non può andare oltre il punto di non ritorno, perché se superi il 25% di deforestazione, il bioma entra in un processo di savanizzazione“. Il ministro Silva ha poi concluso: “Non siamo un deserto solo perché abbiamo l’Amazzonia, a questo dobbiamo pensare molto attentamente. La scienza e il consenso ci dicono di fermarci, perché questa foresta è responsabile delle piogge, e quindi del 75% del pil del Sudamerica e dell’equilibrio del pianeta“.