Le plastiche di dimensioni superiori a 2,5 cm, che potrebbero persistere più a lungo di quanto previsto in precedenza, costituiranno quasi il 95% della massa marina inizialmente galleggiante a livello globale nel 2020, secondo uno studio di modellazione pubblicato su Nature Geoscience. I risultati si basano su dati osservativi degli ultimi decenni (1980-2020) combinati con un modello 3D dell’oceano.
In precedenza si stimava che 250 milioni di chilogrammi (250 chilotonnellate) di inquinamento plastico si trovassero sulla superficie dell’oceano a livello globale, ma si prevedeva che una quantità molto maggiore di questa entrasse nell’oceano su base annua. È stato suggerito che questa discrepanza sia il risultato di una sovrastima della quantità di plastica immessa dalla terraferma e dai fiumi, di processi sconosciuti che rimuovono ampie porzioni di plastica dalla superficie dell’oceano o di frammentazione e degrado.
Per esplorare la causa di questa discrepanza, Mikael Kaandorp e colleghi hanno incorporato i dati osservativi globali sull’inquinamento da plastica in un modello numerico che ha tracciato il modo in cui le particelle di plastica si spostano e si trasformano nell’oceano. Gli autori stimano che nel 2020 nell’oceano fossero presenti 3.200 chilotonnellate di plastica galleggiante.
Di queste 470-540 chilotonnellate di plastica sono entrate nell’oceano nel 2020, di cui circa la metà provenienti direttamente dalle attività di pesca e il resto da coste e fiumi. Gli autori hanno osservato che il 95% di questa plastica galleggiante è più grande di 2,5 centimetri, mentre le microplastiche costituiscono solo una piccola percentuale in termini di massa. La quantità totale relativamente alta di plastica, ma con un apporto basso rispetto alle stime precedenti, indica che non c’è stato un processo mancante di rimozione della plastica oceanica. La longevità o il tempo di permanenza di questo tipo di plastica è elevato, con solo il 10% della plastica che probabilmente si degrada o affonda entro 2 anni.
Gli autori stimano che l’immissione di plastica galleggiante negli oceani aumenta del 4% ogni anno e sottolineano la necessità di un’azione urgente per ridurre l’inquinamento marino da plastica.