Ieri, lunedì 21 agosto, a Punta Penia, cioè a 3.343 metri sulla Marmolada, è stato registrato un nuovo record di temperatura massima, con +14,3°C, ossia 2°C in più rispetto al 3 luglio dell’anno scorso quando l’improvviso collasso di un seracco del ghiacciaio ha travolto e ucciso 11 alpinisti. Queste temperature elevate, figlie di una risalita dell’anticiclone africano che ha i suoi massimi sull’Europa occidentale e colpisce l’Italia di striscio, hanno portato la Protezione Civile del Trentino a emettere un’apposita allerta per gli escursionisti, invitando alla massima attenzione e alla consultazione dei bollettini meteo prima di intraprendere qualsiasi ascesa sulla Marmolada. Il Servizio prevenzione rischi della Provincia di Trento ha iniziato i sorvoli perlustrativi sul ghiacciaio e assicura che il monitoraggio “è costante. In caso di anomalie scatteranno provvedimenti immediati”.
“Il grande caldo colpisce più parti della montagna. Ciò che preoccupa non è solo la fusione dei ghiacciai ma anche la fusione del permafrost, cioè quella parte di terreno che dovrebbe essere perennemente ghiacciato e invece si scioglie e provoca scariche più frequenti di sassi. Soprattutto nel pomeriggio. Con il caldo l’evento si può amplificare. Dunque, si deve porre attenzione a dove si va“. Lo dice a LaPresse Cristian Ferrari, Presidente della Commissione glaciologica della Società alpinistica tridentina.