Cancro al cervello: sviluppato un codice a barre genetico per tracciare le cellule malate | FOTO

I ricercatori del Policlinico San Martino di Genova hanno realizzato un codice a barre genetico per tracciare le cellule cancerogene del tumore al cervello a partire dai primissimi stadi
  • team di ricerca Malatesta
    Da sinistra a destra: Giorgia Guccione (dottoranda UniGe), Sebastian Garcia Mena (studente UniGe), Irene Appolloni (coautrice e ricercatrice UniGe), Paolo Malatesta (coautore, prof. UniGe e Dirigente Sanitario), Daniela Marubbi (coautrice e tecnica UniGe), Davide Ceresa (coautore e ricercatore Ospedale San Martino), Francesca Piaggio (coautrice e ricercatrice Ospedale San Martino), Antonio Daga (già Dirigente Medico Ospedale San Martino), Chiara Riviera (dottoranda UniGe).
  • ricerca sul tumore del cervello
    Nella foto a sinistra Davide Ceresa, a destra Paolo Malatesta
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Un nuovo studio pubblicato su “Cancer Cell” esamina lo sviluppo del codice a barre” genetico che consente di mappare ogni cellula del glioblastoma, il cancro al cervello più diffuso e aggressivo che colpisce ogni anno circa 1.500 italiani. In tal modo è possibile seguire l’evoluzione fin dai primissimi stadi e aprendo la strada a nuove possibilità di cura. Lo studio è condotto da un team di esperti dell’Irccs ospedale Policlinico San Martino di Genova e del Dipartimento di Medicina sperimentale dell’università di Genova, coordinato da Paolo Malatesta, con il principale contributo di Davide Ceresa.

La ricerca è stata realizzata tramite un modello sperimentale di topo e a tecnologie di biologia molecolare avanzate, come l’analisi del trascrittoma, ossia l’insieme dei geni trascritti in una cellula, e a modelli computazionali che hanno consentito di simulare al computer l’evoluzione del glioblastoma – spiega una nota il dottore Cesara – “è stato possibile studiare i fattori che ne influenzano la crescita, come le dinamiche di diversificazione e selezione che si instaurano fra i diversi cloni di cellule neoplastiche. Una nuova speranza per comprendere e combattere una forma di cancro ancora poco conosciuta nelle sue fasi iniziali“.

Il gliobastoma, il tumore al cervello più aggressivo

Il glioblastoma rappresenta il 45% dei tumori cerebrali e risulta più frequente negli uomini che nelle donne (rapporto di 1,6 a 1) e nella fascia d’età compresa fra 45 e i 75 anni. Le radiazioni ionizzanti, come i raggi X e gamma, sono riconosciute come fattore di rischio per la comparsa di questo tumore. Il cancro è sintomatico solo nel caso in cui la massa malata, espandendosi, aumenta la pressione e dilata i vasi sanguigni provocando disturbi come mal di testa a intensità crescente, vomito e attacchi epilettici.

La terapia è estremamente complessa e, sfortunatamente, non offre ancora una soluzione definitiva – afferma Malatesta, co-autore dello studio, responsabile del Programma di Neuro-oncologia sperimentale del San Martino e docente di Biologia molecolare dell’ateneo genovese – Attualmente l’aspettativa di vita per i pazienti affetti da glioblastoma rimane inferiore a 3 anni. Il miglioramento delle cure potrebbe passare tuttavia da una maggiore comprensione dello sviluppo del tumore, che è molto eterogeneo dal punto di vista cellulare ed è poco conosciuto nelle sue fasi iniziali“.

Il sequenziamento del DNA per tracciare le cellule tumorali

Gli scienziati del Policlinico San Martino hanno messo a punto un modello di glioblastoma in cui fosse possibile tracciare ogni singola cellula neoplastica, nel tempo e nello spazio proprio per seguire l’andamento tumorale dai primissimi stadi. “Abbiamo introdotto nelle cellule da monitorare una sorta di codice a barre – ha aggiunto Ceresa, co-autore dello studio e ricercatore dell’Irccs genovese – una particolare stringa di Dna che, oltre a indurre la malattia, consente anche di tracciare successivamente le cellule tumorali, seguendole grazie a sofisticate tecniche di sequenziamento“.

Monitorando l’evoluzione delle cellule neoplastiche – ha aggiunto Ceresa – abbiamo per esempio osservato che entro il primo mese dalla mutazione in senso tumorale la maggior parte dei cloni di cellule neoplastiche scompaiono; confrontando i dati sulla crescita tumorale reale con quelli ottenuti grazie a modelli computazionali in grado di simularla in differenti scenari e condizioni, abbiamo verificato l’esistenza di una fortissima selezione clonale nei primi stadi di sviluppo del glioblastoma, che si mantiene anche in fasi successive. Le dinamiche di competizione cellulare sembrano perciò giocare un ruolo primario nel determinare lo sviluppo del glioblastoma, anche in stadi più avanzati della sua crescita. In sostanza, attraverso sofisticati programmi che ci permettono di simulare la crescita del tumore, abbiamo potuto testare le nostre ipotesi confrontando le simulazioni con il reale sviluppo della neoplasia“.

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