Prezzi della benzina sempre più alle stelle. L’ennesima stangata per le famiglie italiane, ma lo Stato invece ringrazia. Per effetto delle accise e dell’Iva sui carburanti, infatti, tra esodo estivo nelle sue casse, secondo le stime, entreranno attorno ai 2,2 miliardi di euro. I prezzi alla pompa corrono, nonostante l’obbligo di esporre ai distributori i cartelli col prezzo medio dei carburanti.
Il ministro Adolfo Urso difende la strategia del governo: “Il prezzo industriale della benzina depurato dalle accise è inferiore rispetto ad altri Paesi europei come Francia, Spagna e Germania”. E per quanto riguarda i cartelloni, per il ministro del made in Italy si tratta di “una misura risultata pienamente efficace che ha consentito, in un sistema di mercato, di contrastare la speculazione, dando piena trasparenza e quindi consapevolezza e capacità di scelta al consumatore”.
Ma proprio a causa dei movimenti dei prezzi dei carburanti, a ferragosto la Guardia di finanza ha “intensificato i controlli a tutela dei cittadini”, un piano che andrà avanti fino alla fine dell’anno. I primi risultati sembrano evidenziare che l’adeguamento alle nuove regole è ancora insufficiente.
Dal primo agosto sono stati effettuati 1.230 interventi trovando irregolarità in 325 casi, con la contestazione di 789 le violazioni contestate. I consumatori e le associazioni di categoria dei benzinai protestano contro il caro benzina. Assoutenti chiede al governo un intervento sulle accise: creare un automatismo che possa ridurre le tasse in occasione delle fiammate internazionali dei prezzi. E poi redistribuire gli extraprofitti. Mentre il Codacons annuncia un esposto a 104 procure per verificare l’eventuale aggiotaggio.
La Fegica, federazione dei gestori, sottolinea invece come sia “il sedicesimo giorno consecutivo che i prezzi medi dei carburanti comunicati dal Mimit hanno subito un aumento. Il cartello imposto ai distributori dal governo – si afferma – nulla ha potuto. La misura non solo è inutile ma rischia di essere controproducente”. Un effetto peraltro già segnalato come rischio dall’Antitrust in fase di audizione sul decreto trasparenza.
Attaccano anche le opposizioni: per il Pd le dichiarazioni di Urso sono “fuori dalla realtà”, mentre per il Prc il ministro “fa orecchie da mercante”. Intanto Assoutenti fa i conti: ipotizzando 15 milioni di autovetture a benzina o gasolio in circolazione sulle autostrade italiane e una media di tre pieni solo per gli spostamenti e il successivo ritorno, si stima che lo Stato incassi oltre 2,2 miliardi (per la precisione 2.275.875.000 euro) grazie alle imposte sui carburanti: una media tra tasse su benzina e gasolio di 1.513.125.000 a titolo di accise e 762.750.000 a titolo di Iva. Iva e accise – ricorda l’associazione – pesano oggi per il 55,6% su un litro di verde e per il 51,8% sul gasolio.
Considerando il prezzo medio dei carburanti della settimana dal 7 al 13 agosto fornito dal ministero dell’Ambiente (1,939 euro al litro la benzina, 1,827 euro al litro il gasolio) gli italiani pagano su ogni litro di verde ben 1,077 euro di tasse: 0,728 euro a titolo di accisa, oltre 0,349 euro per l’Iva. Sul gasolio la tassazione pesa per circa 0,946 euro al litro: 0,617 per le accise, 0,329 euro per l’Iva.
I prezzi della verde e degli altri carburanti hanno continuato a salire negli ultimi giorni sfondando anche quota 2 euro al litro per il self service in autostrada e arrivando fino al record di 2,7 euro sull’A8 Varese-Milano. Un caso quest’ultimo per il quale Assoutenti ha chiesto l’intervento della Guardia di finanza. Situazioni analoghe si trovano anche nel resto d’Europa, con la Francia ad esempio che tallona l’Italia con prezzi sui 2 euro al litro.
“Il governo deve attivarsi introducendo meccanismi automatici di riduzione di Iva e accise su benzina e gasolio in occasione dell’incremento dei prezzi industriali – dice il presidente di Assoutenti Furio Truzzi – in modo da alleggerire la spesa sia per i rifornimenti, sia per quei prodotti come gli alimentari che risentono dei maggiori costi di trasporto. Intanto chiediamo un intervento urgente al governo Meloni affinché si utilizzino gli extraprofitti garantiti in questi giorni dalle tasse sui carburanti per tagliare subito le accise su benzina e gasolio, al pari di quanto fatto dal precedente esecutivo Draghi. Serve infine una indagine approfondita sulla formazione dei prezzi dei carburanti dall’estrazione, alla vendita fino alla pompa, passaggi dove si nasconde la vera speculazione”.