Come previsto, un’espulsione di massa coronale (CME) ha colpito la Terra ieri 5 agosto (04:53 ora italiana). I sensori del Canberra Magnetic Observatory in Australia hanno misurato un “sussulto” di 22 nT nel campo magnetico del nostro pianeta. L’impatto ha scatenato una forte tempesta geomagnetica classe G3 con aurore negli Stati Uniti fino all’Arizona. Diversi gli avvistamenti in particolare tra Missouri, Colorado e Carolina, che confermano che le aurore si sono diffuse a basse latitudini, principalmente visibili con attrezzature fotografiche specifiche, ma fenomeni osservabili ad occhio nudo sono stati comunque segnalati in Minnesota, Washington e Michigan.
Fuochi d’artificio
Nel frattempo, il Sole continua a generare potenti esplosioni: la macchia solare AR3386 ha prodotto alle 00:21 di oggi un brillamento solare classe X1.6 di lunga durata. Il Solar Dynamics Observatory della NASA ha registrato il lampo ultravioletto estremo:
Il flare ha ionizzato la parte superiore dell’atmosfera terrestre. Ciò, a sua volta, ha causato un blackout radio a onde corte sull’Oceano Pacifico. I marinai e i radioamatori potrebbero aver notato la perdita di segnale e altri effetti di propagazione a frequenze inferiori a 30 MHz.
Una CME è emersa dal sito dell’esplosione. Non si sta dirigendo direttamente verso la Terra, ma una parte potrebbe sferrare un colpo di striscio al nostro pianeta l’8 o il 9 agosto, aggiungendo la sua energia a quella di un’altra CME già in viaggio, riporta il sito specializzato SpaceWeather.com, a cura dell’astronomo Tony Phillips.
Infatti, un filamento magnetico che collega due macchie solari è esploso il 5 agosto alle 7 ora italiana circa, scagliando una CME nello Spazio. I modelli NOAA prevedono un colpo di striscio l’8 agosto. L’impatto potrebbe innescare tempeste geomagnetiche classe G1 con la possibilità di intensificazione a G2 o G3 perché la magnetosfera terrestre è già energizzata dall’impatto della CME di ieri, che ha scatenato aurore a bassa latitudine, sottolinea SpaceWeather.com.
Che cos’è un filamento
I filamenti sono lunghe strutture sottili che si estendono sulla superficie della stella, regioni di gas molto densi e “freddi” che si formano a causa degli intensi campi magnetici solari e appaiono scure proprio perché sono più fredde delle regioni circostanti.
Queste particolari strutture molto allungate occasionalmente possono provocare anche eruzioni di materiale solare nello Spazio.
Cos’è un brillamento solare (o flare)
I brillamenti solari sono le più violente esplosioni del Sistema solare, e si possono osservare anche su molte altre stelle: sono improvvisi aumenti di luminosità ben visibili nella bande dei raggi X, ma ci può essere emissione un po’ in tutte le bande, dal radio ai gamma. Nella banda X emette radiazione la corona solare, la parte più esterna dell’atmosfera del Sole, caratterizzata da tenue plasma a milioni di gradi. Durante i brillamenti, il plasma raggiunge temperature ben al di sopra dei 10 milioni di gradi e una luminosità che può superare quella dell’intera corona.
In ordine crescente di potenza, le classi sono A, B, C, M e X. Ogni classe è dieci volte più potente di quella precedente.
I flare hanno un andamento caratteristico della luminosità: un aumento repentino, seguito da una diminuzione molto più graduale. Non durano molto, da qualche minuto a qualche ora al massimo, e sono localizzati in piccole regioni sulla superficie del Sole.
Essendo canali magnetici chiusi che trattengono il plasma solare, queste regioni sono per lo più a forma di arco. A volte la forza del brillamento è tale da generare eruzioni solari, con nubi di plasma che vengono proiettate nello Spazio. I brillamenti sono più frequenti in periodi di alta attività solare, in presenza di intensi campi magnetici delle macchie. La causa dei flare viene fatta risalire a instabilità magnetiche, che accelerano particelle e liberano energia rapidamente, provocando l’aumento repentino della luminosità, seguito da un raffreddamento più graduale.
Cos’è un’espulsione di massa coronale
Un’espulsione di massa coronale (CME, acronimo dell’inglese coronal mass ejection) è un’espulsione di materiale dalla corona solare. Il materiale espulso, sotto forma di plasma, è costituito principalmente da elettroni e protoni: quando questa nube raggiunge la Terra può disturbare la sua magnetosfera.
Cos’è una tempesta geomagnetica
Quando sul Sole si verificano fenomeni di attività improvvisa e violenta, come i brillamenti, vengono emesse grandi quantità di particelle ad alta energia che viaggiano velocemente nello Spazio, a volte scagliate in direzione della Terra: questa corrente di particelle viene frenata e deviata dal campo magnetico terrestre, che a sua volta ne viene disturbato e distorto.
Quando avviene questo “impatto” la magnetosfera terrestre (la regione attorno alla Terra pervasa dall’azione del suo campo magnetico) subisce un forte contraccolpo che può causare blackout temporanei nelle reti elettriche o nei sistemi satellitari di comunicazioni. Alle tempeste geomagnetiche è anche associato il ben noto fenomeno delle aurore polari.