Alle 6.00 di questa mattina in Giappone è iniziato il rilascio dell’acqua contaminata proveniente dalla centrale nucleare di Fukushima nell’Oceano Pacifico. L’acqua è stata preventivamente trattata per rimuovere gran parte delle scorie radioattive. Questo processo durerà diversi decenni e non manca di suscitare critiche feroci in patria e all’estero. La Tepco, l’azienda che gestisce l’impianto distrutto nel 2011, ha annunciato che “il rilascio è iniziato intorno alle 6 dopo che sono stati effettuati i controlli finali sulle pompe dell’acqua e alcune valvole sono state aperte manualmente“.
L’azienda ha sottolineato che il rilascio sarebbe stato interrotto se fossero state rilevate anomalie. La Cina ha deciso di sospendere a partire da oggi, giovedì 24 agosto, le importazioni di tutti i “prodotti ittici” dal Giappone a causa del rilascio di acque reflue dalla centrale nucleare di Fukushima nell’Oceano Pacifico. La decisione del Giappone è “un atto estremamente egoista e irresponsabile in spregio all’interesse pubblico globale“, secondo il ministero degli Esteri cinese.
La Cina ha definito “egoistica” la scelta del Giappone di rilasciare acque reflue dalla centrale nucleare danneggiata di Fukushima. L’autorità doganale ha dichiarato in una nota: “Al fine di prevenire in modo completo i rischi per la sicurezza alimentare derivanti dalla contaminazione radioattiva causata dallo scarico in mare delle acque reflue nucleari di Fukushima, proteggere la salute dei consumatori cinesi e garantire la sicurezza degli alimenti importati, l’Amministrazione generale delle dogane ha deciso di sospendere completamente l’importazione di prodotti acquatici originari del Giappone dal 24 agosto 2023, compresi gli animali acquatici commestibili“.
Durante una protesta a Seul sono state arrestate più di dieci persone
La polizia ha riferito all’AFP che a Seul, durante una manifestazione di protesta per denunciare lo scarico in mare dell’acqua di Fukushima più di dieci persone sono state arrestate per aver tentato di entrare nell’ambasciata giapponese. Lo ha annunciato la polizia all’AFP. La polizia presente sul luogo della protesta ha riferito: “Più di dieci persone sono state arrestate per aver tentato di entrare con la forza nell’ambasciata“.
In Corea del Sud, il primo ministro Han Duck-soo ha richiesto “trasparenza” sulla procedura del rilascio dell’acqua contaminata. Han in una nota riportata dall’agenzia Yonhap ha dichiarato: “Il nostro governo spera e sollecita ancora una volta il governo giapponese a divulgare informazioni in modo trasparente e responsabile sul processo di scarico dell’acqua che continuerà nei prossimi 30 anni“.
In merito alle preoccupazioni da parte dell’opinione pubblica sudcoreana per la sicurezza, Han ha affermato che si tratta di “preoccupazioni eccessive” non necessarie dal momento che il piano di smaltimento nell’Oceano Pacifico non dovrebbe comportare danni significativi. Han ha sottolineato: “Anche se lo scenario ideale sarebbe stato quello di evitare del tutto lo scarico di acqua contaminata, gli esperti di tutto il mondo condividono l’opinione che un’eccessiva preoccupazione pubblica non sia necessaria“.