Progetto Destinazione Terra: al via entro il 2030 il nuovo Pianeta digitale per la prevenzione dei disastri

Il progetto DestinE, Destinazione Terra serve a creare un modello predittivo ad alta risoluzione per la prevenzione e il monitoraggio dei disastri ambientali
MeteoWeb

Il progetto DestinE, Destinazione Terra, ed entro il 2030 sarà un nuovo pianeta a livello digitale: funzionerà come una copia della Terra, che consentirà il monitoraggio e la previsione dei fenomeni naturali e delle attività umane per raggiungere gli obiettivi della transizione verde, come valida strategia contro i cambiamenti climatici. DestinE è un progetto della Commissione Europea per un futuro sostenibile ed è nata nel 2022. La Commissione Europea ha descritto così l’iniziativa: “Sbloccherà il potenziale a un livello che rappresenta una vera e propria svolta in termini di precisione, dettaglio locale, velocità di accesso alle informazioni e interattività”.

Il progetto condurrà entro la metà del 2024 allo sviluppo della piattaforma di servizi di base, di un “data lake” e dei primi due “digital twin”. Verranno integrati entro i successivi tre anni altri gemelli digitali e servizi correlati, prima di arrivare alla fine del decennio con una replica digitale completa della Terra. Il progetto è stato finanziato da 150 milioni di euro nel contesto del programma Digital Europe: al progetto collabora la Commissione insieme con l’Agenzia spaziale europea (Esa), il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio raggio (Ecmwf) e l’Organizzazione europea per lo sfruttamento dei satelliti meteorologici (Eumetsat).

Il gemello digitale della Terra

In particolare, la piattaforma gestita dall’Esa, che fornirà strumenti gestionali, applicazioni e servizi basati su un sistema cloud “aperto, flessibile e sicuro”. Nell’ambito di questa sezione si imposterà il “data lake” di Eumetsat, uno spazio di archiviazione e accesso continuo ai set di dati scientifici esistenti, come quelli di Copernicus, dell’Internet delle cose, delle statistiche socioeconomiche e degli utenti.

La ricercatezza del progetto è garantita dai due “digital twin” realizzati da Ecmwf, due repliche digitali di sistemi terrestri altamente complessi, che si basano su una fusione perfetta di osservazioni in tempo reale e modelli predittivi ad alta risoluzione.

I benefici di un simile modello predittivo

In primis, verranno sviluppati i dati del gemello digitale della Terra sui rischi meteorologici e geofisici – che si concentrerà su alluvioni, siccità, ondate di calore e fenomeni geofisici come terremoti, eruzioni vulcaniche e tsunami – e quello sull’adattamento ai cambiamenti climatici, che fornirà capacità di osservazione e simulazione per supportare le attività e gli scenari di mitigazione, dall’agricoltura sostenibile alla sicurezza energetica e la protezione della biodiversità.

Per esempio, in caso di alluvioni i gemelli digitali potranno fornire all’autorità un test sugli interventi adeguati per salvare vite umane e ridurre i danni materiali. L’obiettivo a lungo termine è quello di integrare altri “digital twin”, come quelli sugli oceani o sulla biodiversità, fino a integrarli in un unico gemello digitale complessivo del pianeta Terra.

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