L’incendio “non è finito, ma cominciamo a vedere la fine del tunnel”. Lo ha annunciato il responsabile delle emergenze di Tenerife, Manuel Miranda, durante una conferenza stampa sulle fiamme che da una settimana devastano l’isola turistica spagnola e che hanno costretto alla fuga migliaia di persone. Il calo delle temperature notturne e i venti più deboli hanno aiutato i vigili del fuoco, hanno spiegato le autorità locali, poiché l’incendio ha già bruciato quasi 15.000 ettari.
Circa 600 vigili del fuoco e soldati, con il rinforzo di 22 canadair, sono al lavoro per cercare di contenere l’incendio scoppiato il 15 agosto in una zona collinare nel nord-est dell’isola delle Canarie, al largo della costa nord-occidentale dell’Africa. Il rogo, che ora si estende su un’area di circa 88 chilometri, ha portato all’evacuazione di oltre 12.000 persone, tra cui alcuni residenti dei villaggi di Arafo e Candelaria che sono già stati autorizzati a rientrare nelle proprie case.
Altre persone potranno presto tornare alle loro case, ha assicurato la capo del governo locale di Tenerife, Rosa Davila. “Stiamo cercando di tornare alla normalità, poco a poco”, ha detto. Lunedì, durante la sua visita a Tenerife, il primo ministro Pedro Sánchez ha dichiarato che nelle zone colpite verrà dichiarato lo stato di calamità naturale e che fornirà sovvenzioni di emergenza e altre misure di aiuto alla popolazione.
L’incendio è scoppiato dopo che un’ondata di caldo ha colpito l’arcipelago, seccando molte località. Le Isole Canarie generalmente hanno temperature primaverili tutto l’anno, ma recentemente le temperature sono salite fino a 40°C.